Per poter accedere alla pensione per raggiunti limiti di età, quella di vecchiaia, occorre almeno aver versato 20 anni di contribuzione. Questo vale per chi ha contributi versati anche prima del 1996, perché in caso contrario solo i contributi e l’età potrebbero non bastare. Ai contributivi puri, a 67 anni, è richiesto anche che l’assegno abbia un importo pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale INPS. E che quindi la pensione sia di almeno 702 euro al mese. E non sempre questo con 20 anni di contributi è possibile. Ma in questo articolo vogliamo approfondire quando per la pensione di vecchiaia all’invalido bastano solo 17 anni di contributi.
Perdita della capacità lavorativa
Indice dei contenuti
Quando ad un soggetto viene riconosciuta invalidità civile significa che gli viene certificata una perdita della capacità lavorativa. In percentuale. Si tratta di una valutazione generale e, quindi, un invalido al 75% ha perduto i tre quarti della capacità lavorativa.
Per chi, invece, vuole richiedere l’assegno ordinario di invalidità, la perdita della capacità lavorativa deve essere riferita alla mansione svolta. O alle proprie attitudini. Ferma restando, quindi, la perdita di capacità lavorativa generale certificata all’invalido con l’invalidità civile, che resta invariata. Ma la valutazione per vedersi riconoscere l’assegno ordinario di invalidità è diversa.
Per l’AOI dipende dal lavoro svolto la perdita di capacità lavorativa
Supponiamo che un uomo perda una gamba. L’invalidità civile gli viene riconosciuta. Ma l’assegno ordinario gli spetta in base alla professione che svolge. Se è un impiegato che svolge il suo lavoro alla scrivania, se è un insegnante, un giudice, un avvocato la perdita non influisce sul suo lavoro.
Ma se è un contadino, un corriere, un magazziniere, un camionista o un operatore ecologico, per esempio, perde capacità lavorativa. E potrebbe spettargli l’assegno ordinario.
Per la pensione di vecchiaia all’invalido potrebbero bastare 17 anni di contributi
Questa lunga premessa per arrivare a parlare della pensione di vecchiaia. Con il riconoscimento dell’AOI l’invalido potrebbe anche smettere di lavorare. Questo perché potrebbe essergli molto faticoso continuare a farlo con la sua menomazione o la sua patologia. E se quando smette di lavorare gli mancano ancora degli anni al raggiungimento dei 20 necessari per la pensione di vecchiaia?
Non tutti sanno che l’assegno ordinario di invalidità è coperto da contribuzione figurativa in alcuni casi specifici. Ed uno di questi è proprio quando mancano alcuni anni al raggiungimento del diritto alla pensione di vecchiaia.
All’invalido vengono riconosciuti un massimo di 3 anni di contributi figurativi durante la fruizione dell’AOI (se non svolge lavoro) proprio per consentire il raggiungimento del diritto. Ma attenzione. Questa contribuzione figurativa, pur essendo valida al diritto della pensione non è utilizzata nel calcolo dell’assegno. Che, quindi, sarà calcolato solo sugli anni effettivamente versati.
Non per tutti i tipi di pensione
A questo punto, però, occorre un chiarimento. Il beneficio riconosciuto all’invalido per raggiungere il diritto alla pensione di vecchiaia vale solo per questa misura. E non per altre. Se all’invalido, infatti, dovessero mancare 3 anni per raggiungere i 38 anni necessari per la quota 102, questo beneficio non sarebbe riconosciuto. Come non spetterebbe neanche per nessuna altra forma di anticipo pensionistico.
Vale solo ed esclusivamente per il diritto alla pensione di vecchiaia. E di riflesso per la pensione di vecchiaia anticipata per lavoratori invalidi. Quella che si ottiene con l’80% di invalidità e con almeno 20 anni di contributi versati. Ma solo perché anche in questo caso si parla di un trattamento di vecchiaia.