Ci sono delle misure di pensionamento che rischiano di scomparire nel 2023. Sono tre le misure che oggi consentono un pensionamento anticipato e che nel 2023 potrebbero scomparire. Infatti, sono in scadenza il 31 dicembre 2023 sia la Quota 102 che Opzione donna e soprattutto l’APE sociale. Per quest’ultima misura occorre fare presto per non correre rischi. Infatti, ci sono due scadenze molto importanti da tenere in considerazione.
Per la pensione a 63 anni nel 2022 con assegno fino a 1.500 euro, domanda all’INPS entro il 15 luglio
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L’APE sociale, come tutti sanno, è la misura che consente di uscire dal lavoro già dai 63 anni di età. Una misura che è una via di mezzo tra una prestazione previdenziale, essendo collegata ai contributi, e assistenziale, dal momento che riguarda solo particolari categorie di contribuenti. Infatti, per avere accesso a questa misura occorre completare una carriera pari a 30 anni se il richiedente è un disoccupato, un invalido o un soggetto con invalidi a carico. Servono invece 32 anni se richiedenti sono lavoratori edili o ceramisti. Tutti gli altri lavori gravosi devono arrivare a 36 anni di contributi.
Perché le scadenze sono importanti
Per richiedere l’APE sociale occorre presentare prima una richiesta di certificazione del diritto all’INPS. Solo se l’INPS certifica il possesso dei requisiti, l’interessato potrà presentare la vera e propria domanda di pensione. Sono proprio le domande di certificazione del diritto alla pensione che scadono tre volte l’anno. Nello specifico:
- 31 marzo (istanza tempestiva);
- 15 luglio (istanza intermedia);
- 30 novembre (istanza tardiva).
I rischi
I rischi maggiori li corrono quelli che presentano domanda dopo il 15 luglio 2022 e rischiano di perdere il diritto alla quiescenza anticipata. La misura è finanziata con fondi limitati ogni anno. In caso di carenza fondi chi ha presentato la domanda dopo il 15 luglio 2022 anche a diritto maturato, rischia di non prendere la pensione. Ma cambiano anche i tempi di risposta dell’INPS.
Chi presenta domanda entro il 15 luglio riceverà risposta da parte dell’INPS entro il 15 ottobre. Come è accaduto a chi ha usato l’istanza tempestiva ed ha avuto risposta entro lo scorso 30 giugno. Chi lascia passare il 15 luglio, riceve risposta dall’INPS entro dicembre. Per questo occorre fare presto per la pensione a 63 anni nel 2022.
Ritardo nella certificazione
La pensione con l’APE sociale che è fino a 1.500 euro di importo è limitata a 67 anni di età. Infatti, dai 67 anni la prestazione si blocca e viene sostituita dalla pensione di vecchiaia. È evidente che il ritardo nella certificazione, alla luce dei tempi di risposta dell’INPS porta a perdite di mensilità di pensione.
Un tipico esempio è il disoccupato che a giugno 2022 ha completato sia 63 anni di età che 30 anni di contributi versati. Avesse prodotto domanda prima del 31 marzo 2022, dal primo luglio poteva essere già in pensione. Se, invece, la domanda di certificazione è stata presentata dopo aver completato i requisiti e quindi prima del 15 luglio 2022, già si perde qualcosa. Dal momento che l’INPS può rispondere entro il 15 ottobre, è evidente che c’è il rischio di perdere fino a quattro mesi di pensione. Peggio ancora va a chi la domanda la presenta dopo il 15 luglio.
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