Il 2021 è stato un anno molto difficile per Intesa Sanpaolo che il nostro Ufficio Studi ha seguito sempre molto da vicino. Dopo un primo trimestre all’insegna del rialzo, infatti, le quotazioni si sono scontrate con la fortissima resistenza in area 2,4 euro che già in passato aveva frenato l’ascesa delle quotazioni.
Di fatto, quindi, la seconda metà del 2021 è stata per Intesa Sanpaolo all’insegna dell’incertezza. Di questo, però, ci occuperemo nella sezione dedicata all’analisi grafica.
L’incertezza che aleggia intorno al titolo è stata confermata dai risultati del terzo trimestre 2021. L’azienda, infatti, ha riportato un risultato debole nel terzo trimestre con guadagni e margini di profitto più deboli, anche se i ricavi sono migliorati. Questi sono i risultati del terzo trimestre 2021:
Ricavi: 4,55 miliardi di euro (in aumento del 16% dal 3Q 2020).
Utile netto: 983,0 milioni di euro (in calo del 74% dal 3Q 2020).
Margine di profitto: 22% (in calo dal 97% del 3Q 2020).
Anche la valutazione basata sui multipli di mercato ritorna un titolo sopravvalutato qualunque sia l’indicatore utilizzato. Il vero punto di forza del titolo, però, è quello legato aspettative di dividendo relativamente elevate. Negli ultimi cinque anni, infatti, se si fa eccezione per la crisi Covid, Intesa Sanpaolo ha sempre distribuito un dividendo il cui rendimento è stato superiore al 6%. Secondo gli analisti questo trend continuerà anche nei prossimi anni.
Secondo gli analisti che coprono il titolo la raccomandazione media è comprare con un prezzo obiettivo che esprime una sottovalutazione del 25% circa.
Quali sono i mesi rialzisti per Intesa Sanpaolo?
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Nella figura seguente è riportato per ciascun mese dell’anno la probabilità che la chiusura sia superiore all’apertura mensile. La percentuale media indicata è calcolata su tutti gli anni che vanno dal 2007 al 2021.
Notiamo come febbraio e maggio siano i mesi con la minore probabilità (40%) che la chiusura sia superiore all’apertura. Viceversa, il mese di aprile è quello con la maggiore probabilità (73%) che la chiusura sia superiore all’apertura.
Per Intesa Sanpaolo il 2022 potrebbe essere un anno molto difficile: le indicazioni dell’analisi grafica
Il titolo Intesa Sanpaolo (MIL:ISP) ha chiuso la seduta del 30 dicembre a 2,274 euro in ribasso dello 0,13% rispetto alla seduta precedente.
Premettiamo che la proiezione in corso è rialzista sia sul time frame mensile che su quello trimestrale. Va anche osservato che a livello trimestrale è stata confermata la rottura della resistenza in area 2,22 euro, per cui ci sono tutti i presupposti per una continuazione del rialzo nel lunghissimo periodo. L’aspetto importante da notare, però, è quello legato all’area di resistenza che dal 2015 in poi sta frenando l’ascesa delle quotazioni di Intesa Sanpaolo. Come si vede dal grafico, infatti, ogni tentativo di superare questo livello di resistenza è stato un fallimento.
Per il futuro, quindi, la vera svolta rialzista si avrebbe con una chiusura mensile superiore a 2,5952 euro. In questo caso, infatti, si romperebbe il tappo che frena il titolo e far esplodere le quotazioni verso area 4 euro per un potenziale rialzo dell’80%.