Per il reddito di cittadinanza il depotenziamento parte dall’addio al navigator

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I contratti dei navigator, che sono scaduti il 31 ottobre del 2022, non saranno rinnovati o comunque prorogati. Ad annunciarlo con una nota ufficiale è stato il Ministero del Lavoro, segnando così una netta discontinuità rispetto al passato.

Voluta dal Movimento 5 Stelle, la figura del navigator, che non è mai decollata, avrebbe dovuto aiutare i percettori del reddito di cittadinanza senza occupazione a trovare un nuovo lavoro.

Per il reddito di cittadinanza la revisione è inevitabile, ecco cosa aspettarsi

Ma per tutta una serie di ragioni l’operato dei navigator non ha dato nel nostro Paese l’attesa spinta occupazionale. Tra le problematiche di integrazione dei navigator all’interno dei Centri per l’Impiego. E la pandemia di Covid che di certo non ha agevolato il compito a questi collaboratori che, per diventare navigator, hanno partecipato ad un concorso istituito ad hoc.

Per il reddito di cittadinanza, l’annuncio del Ministero del Lavoro non arriva di certo a sorpresa. In quanto per la misura è atteso un depotenziamento. Con ogni probabilità già a partire dalla prossima Legge di Stabilità. Che sarà prevalentemente incentrata sugli aiuti alle famiglie ed alle imprese per contrastare i rincari delle bollette di luce e gas. Con una quota di risorse che potrebbe essere ricavata proprio dalla revisione del sussidio.

In particolare, sul mancato rinnovo dei contratti dei navigator, ormai ex, il Ministero del Lavoro ha spiegato che tecnicamente la proroga non è possibile. In quanto servirebbe l’approvazione di una norma ad hoc che, pur tuttavia, non è allo studio proprio da parte del Ministero.

L’RdC non è a rischio di abolizione nel breve termine, ma ci saranno modifiche importanti

Sull’RdC al momento sembra essere scongiurato il rischio di abolizione. Un rischio emerso dalle dichiarazioni della leader di Fdi durante la campagna elettorale. Ma con ragionevole certezze le modifiche alla misura ci saranno. E saranno orientate a disincentivare chi prende da tempo il sussidio e non ha ancora trovato un lavoro. Perché è chiaro che, anche se si tratta magari di una minoranza, può essere vantaggioso prendere 600-700 euro al mese senza lavorare. Piuttosto che prendere magari un po’ di più alzandosi presto la mattina.

Non a caso, nel suo discorso programmatico alle Camere, il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto parole dure sulla misura. Ritenendo che l’RdC non sia la soluzione per creare lavoro. In quanto chi deve trovare un’occupazione dovrebbe essere accompagnato con la formazione e con il reinserimento nel mondo del lavoro. E non erogando dei sussidi di Stato.

In particolare, l’idea di fondo, da parte del centrodestra, dovrebbe essere a regime quella di togliere progressivamente il sussidio a chi può lavorare. E quindi di mantenere la misura, e di riconoscerla, solo a chi è oggettivamente in difficoltà. Per esempio, a disabili.

Sulle modifiche al sussidio è attesa la reazione politica del Movimento 5 Stelle

Considerando che i tre partiti di centrodestra ad oggi sono compatti sulle modifiche all’RdC, è chiaro che le opposizioni potranno fare poco nella sostanza per mettersi di traverso. In ogni caso vedremo quale, a livello politico, sarà la reazione del Movimento 5 Stelle alle attese modifiche al reddito di cittadinanza.

Trattandosi, per il Movimento, del cavallo di battaglia e di una misura che, attiva dal 2019, è stata fortemente voluta quando peraltro l’M5S era al Governo con la Lega di Matteo Salvini. E Giuseppe Conte, attuale leader del Movimento 5 Stelle, era il Presidente del Consiglio.

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