La pioggia di vendita sui titoli di Stato sta creando due situazioni opposte e singolari. Da un lato sta generando molti grattacapi per chi ha bond di Stato in portafoglio acquistati negli ultimi anni. Le copiose vendite ne stanno deprimendo i prezzi ,generando in molti casi perdite in conto capitale. Questo vale soprattutto per i c.d. titoli lunghi sottoscritti negli ultimissimi anni. Essi, tuttavia, agli attuali prezzi di mercato garantirebbero a scadenza una ricchissima plusvalenza. O anche prima del termine, sia al recupero di 100 sia di una buona parte del terreno perso.
Mancato guadagno, perdita delle attuali occasioni e inflazione alle stelle
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Ad ogni modo si tratta solo di perdite potenziali fino a quando non si vende. Se portati a scadenza, infatti, si riavrà indietro il capitale iniziale (per chi ha comprato in emissione). Ma è una falsa e magra consolazione. L’attesa per il recupero del valore nominale, infatti, espone il capitale all’erosione ad opera dell’inflazione. Senza considerare che il capitale è bloccato e quindi non si può approfittare dell’attuale rialzo dei rendimenti. Insomma, un mezzo disastro.
Dall’altro lato, però, le vendite sui titoli di Stato stanno facendo volare alle stelle i rendimenti. Un buon periodo per chi ha risparmi da investire, anche sul breve periodo. Infatti per guadagnare il 4,56% netto in meno di 3 anni si possono impegnare anche piccoli capitali. Vediamo come fare.
Il BTP con durata residua di appena 3 anni
Prendiamo in considerazione il BTP con ISIN IT0005090318, emesso il 2 marzo del 2015 e con scadenza al 1° giugno 2025. In pratica la vita residua del titolo è di una virgola inferiore ai 3 anni. Il bond ha cedola lorda annua dell’1,50% (1,3125% netto) staccata ogni 6 mesi, ossia al 1° giugno e al 1° dicembre di ogni anno fino a scadenza.
Ieri il bond ha chiuso le contrattazioni al prezzo di 99,32 centesimi. A questi corsi, il rendimento effettivo netto annuo è dell’1,522%. Un tasso che in pratica supera anche la cedola nominale lorda del titolo.
Moltiplicandolo per i 3 anni di vita residua, ne viene fuori un rendimento totale di circa il 4,566% (commissioni escluse).
Per guadagnare il 4,56% netto in meno di 3 anni bastano anche 5.000 euro disponibili sul conto in banca
Tra i punti di forza del BTP ricordiamo anzitutto la garanzia dell’emittente (lo Stato) e la tassazione agevolata (12,50%). Poi abbiamo la previsione di 2 cedole annue che consentono di ottenere un flusso di guadagni fino alla data del rimborso finale.
Tuttavia, in questo caso spicca la durata residua del bond, relativamente corta. Cioè è un arco di tempo sul quale si può essere relativamente sicuri se i risparmi da investire servono per altri scopi o no.
Pertanto, considerando la durata residua e il valore della cedola, il bond offre un buon rapporto rischio/rendimento.
Il titolo potrebbe anche scendere nelle quotazioni nelle prossime sedute. Tuttavia, viene difficile (ma difficile non vuol dire impossibile) pensare che esso possa sprofondare a valori ampiamente sotto 100. Fermo restando che tra meno di 36 mesi il Tesoro restituirà pur sempre 100.
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