Per essere sicuri di andare in pensione a 67 anni indipendentemente dall’importo ecco cosa fare

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Pensione di vecchiaia a 67 anni con almeno 20 anni di contributi maturati. Questo è quello su cui ci siamo sempre basati nel pensare al trattamento di vecchiaia. 2 requisiti semplici che possono raggiungere quasi tutti. Ma non sempre è così. Per chi ha iniziato a versare i propri contributi prima del 1996 le regole imprescindibili del pensionamento di vecchiaia sono queste. Per chi, invece, non ha contributi versati prima del 1 gennaio 1996 c’è un requisito in più da soddisfare: l’importo dell’assegno. Che deve essere di almeno 1,5 volte l’assegno sociale INPS. Si parla quindi di una pensione di importo pari o superiore a 702 euro al mese. Per essere sicuri di andare in pensione a 67 anni, quindi è necessario avere contributi prima del 1996.

Lo scoglio dei 702 euro al mese

Per chi non ha contributi prima del 1996 e a 67 anni non ha diritto ad un assegno di almeno 702 euro l’alternativa è quella di accedere al pensionamento al compimento dei 71 anni. A questa età, infatti, la pensione di vecchiaia prescinde dall’importo e viene erogata in ogni caso.

È bene sapere che trasformare una pensione calcolata con il contributivo puro in una pensione mista non è sempre difficile. Basta riuscire a collocare anche un numero minimo di contributi prima del 1996 e la pensione viene calcolata con il sistema misto. E si rientra, tra l’altro, nel diritto dell’integrazione al trattamento minimo se l’importo dovesse essere troppo basso. Ma come fare?

Per essere sicuri di andare in pensione a 67 anni indipendentemente dall’importo ecco cosa basta fare

Per gli uomini basterebbe, ad esempio, chiedere il riconoscimento dell’anno di servizio di leva. Contributi gratuiti che portano anche a collocare contributi ante 1996. Se non si ha l’anno di militare da valorizzare si può puntare, ad esempio, sul periodo di studi universitari. Riscattare la Laurea ante 1996, anche solo per un periodo, restituisce lo stesso risultato di collocare il calcolo nel sistema misto. Ed uscire, di fatto, dall’ostacolo dell’importo minimo dell’assegno per potersi pensionare. Al pari della Laurea possono essere riscattati anche periodi di studio  equiparati (gli anni di studi per diventare infermiere professionale, ad esempio).

Il riscatto può essere esercitato anche nel caso vi sia stata omissione contributiva ormai prescritta.  Cosa significa questo? Se, ad esempio, prima del 1996 si è svolto qualche lavoro per cui il committente o il datore di lavoro non ha versato i contributi, possono essere utilizzati. Caduto, ormai, in prescrizione l’obbligo dei versamenti si può procedere a chiederne il riscatto. In questo caso si parla di costituzione della rendita vitalizia ai sensi dell’articolo 13, legge 1338 del 12 agosto 1962.

Possono essere riscattati anche periodi di lavoro svolto con collaborazione coordinata e continuativa prima del 1996. Ed anche in questo caso, pagando l’onere, si colloca contribuzione prima della data spartiacque.

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