Per donne e casalinghe la soluzione migliore per andare in pensione è prima dei 60 anni con questa misura

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Non per tutti andare in pensione ha lo stesso peso. Per chi si prende cura della casa e della famiglia, per chi ha dovuto interrompere la carriera per crescere i figli, infatti, è più difficoltoso. Meno contributi versati e carriere discontinue, molto spesso, caratterizzano la storia contributiva delle donne. Che faticano, nella maggior parte dei casi, ad arrivare ai 41 anni e 10 mesi di contributi per la pensione anticipata. Mettiamo in conto anche che arrivata ad una certa età la fatica inizia a farsi sentire molto di più. Soprattutto per chi fa un lavoro faticoso fisicamente o mentalmente. Proprio per  questo motivo per donne e casalinghe la soluzione migliore è quella di accedere alla pensione prima dei 60 anni. Ma non sempre è possibile.

Per le casalinghe una misura dedicata e per le altre donne?

Per la casalinga che si è occupata sempre della cura familiare e della casa, il Fondo casalinghe istituito dall’INPS permette un pensionamento precoce. Si parla, infatti di 57 anni per vedersi liquidare la pensione dal fondo. A patto, però, di aver versato almeno 5 anni di contributi in esso. E che l’importo della pensione sia pari a 1,5 volte l’assegno sociale INPS. Per poter approfittare di questa occasione, quindi, è necessario iniziare a versare presto e farlo con costanza.

Ma se per le casalinghe è prevista questa agevolazione con versamenti volontari, per le lavoratrici l’unica via di uscita prima dei 60 anni è l’Opzione donna. Non sempre, infatti, le donne riescono a centrare la pensione anticipata ordinaria che richiede un gran numero di contributi versati. Il problema dell’Opzione donna, però, è che dalla sua entrata in vigore è sempre rimasta una misura sperimentale.

Per donne e casalinghe la soluzione migliore per andare in pensione è prima dei 60 anni con questa misura

L’Opzione donna è entrata in vigore come misura sperimentale nel 2004 con la Legge Maroni. Le varie proroghe l’hanno prolungata fino al 2022, con diversi anni di vuoto. Il problema principale della misura è che non consente alle donne di poter pianificare con un certo anticipo la pensione. Si deve sempre attendere, anno dopo anno, la proroga per essere sicure di poter accedere alla quiescenza.

Proprio per questo le lavoratrici chiedono a gran voce che la misura diventi strutturale. Per fare in modo che il pensionamento sia pianificabile con qualche anno di anticipo. Tra l’altro in più occasioni, le simulazioni hanno dimostrato che l’Opzione donna non ha un costo per le casse dello Stato. O almeno non lo ha nel lungo periodo visto che la penalizzazione imposta per accedere ammortizza i costi dell’anticipo.

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