Molte teorie del linguaggio spiegano come quest’ultimo modifichi il pensiero. A furia di ripetere continuamente le stesse parole e le stesse frasi, il modo di ragionare cambia di conseguenza. Nel mondo moderno così competitivo e complesso bisogna essere sempre all’altezza della situazione. Le due cose possono andare di pari passo.
Chi si sente debole e poco determinato può infatti iniziare un percorso di cambiamento a partire dalle cose che dice agli altri. Piano piano, questo migliorerà la sicurezza in sé stessi e la percezione che le persone hanno.
I migliori esperti di psicologia e linguistica, ma anche i responsabili del personale e CEO di successo concordano che per conquistare la promozione tanto desiderata basta cambiare modo di parlare a lavoro. Questo consentirà di sembrare subito più sicuri di sé e più adeguati in ruoli di leadership.
Evitare queste frasi fatte
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Quanti Lettori, dopo aver espresso un concetto, domandano ad alta voce agli interlocutori: “ha senso?” oppure “spero che quello che ho detto abbia senso” o simili. Questo dà l’impressione di non essere convinti delle proprie parole. Meglio chiedere: “cosa ne pensi?”, oppure “mi piacerebbe qualche input da parte tua”. Collaborativo, sicuro di sé e assertivo.
Quando in una proposta si usa la parola “forse”, automaticamente si sta dando un senso di insicurezza a tutta la frase. Nelle proposte, in modo particolare, dire “forse dovremmo provare questo” non suona come qualcosa di affidabile. Meglio essere più diretti: “proviamo”, “sarebbe una buona idea provare”.
Allo stesso modo, usare “penso dovremmo far questo” suona molto più debole di “credo dovremmo far questo”: una differenza minima, ma sostanziale nel far capire chi comanda.
Per conquistare la promozione tanto desiderata basta cambiare modo di parlare a lavoro
Mandare una mail e iniziare con “volevo solo chiedere questo” sembra quasi un chiedere scusa. In questo caso, è il termine “solo” il problema. Ci sono tempi e momenti per questo tipo di affermazioni, ma di certo sul lavoro è meglio andare direttamente al sodo.
Allo stesso modo, meglio evitare affermazioni come “non c’è bisogno di dire che”, “la mia opinione è che”, “per quello che vale”, “sapete cosa voglio dire”. Le prime due sono inutili ai fini del discorso, mentre la terza affievolisce la forza di quello che si sta per dire. L’ultima, invece, è un riempitivo inutile che di norma irrita molte persone invece di creare un supposto rapporto di confidenza. Del resto, se non c’è bisogno di parlare, perché farlo?
Infine, una nota sul chiedere scusa. A tutti capita di compiere degli errori, e va benissimo assumersene la responsabilità e scusarsi. Non bisogna, però, utilizzarle come se non valessero nulla o abusarne anche nel linguaggio comune. Il momento in cui ci si scusa deve avere un valore e un significato. Altrimenti, restano solo parole.