Ogni primavera tornano a farsi sentire le temute allergie ai pollini. C’è chi pensa di averle già provate tutte per alleviare i sintomi. Ma ci sono nuove possibilità che potrebbero essere d’aiuto.
La situazione starebbe peggiorando per chi soffre di allergie primaverili
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Fra chi è allergico ai pollini primaverili c’è la sensazione che il problema peggiori di anno in anno. I sintomi sembrano infatti comparire sempre prima, magari già a febbraio.
Non si tratta di un’impressione: il cambiamento climatico sta rendendo la vita più difficile a chi soffre di allergie. Infatti, la primavera arriva in anticipo, con le prime pollinazioni tra febbraio e marzo. La parietaria, per esempio, è ormai un problema perenne in alcune zone d’Italia.
Così i pollini di primavera vanno addirittura a sovrapporsi con quelli invernali: una bella scocciatura per chi è sensibile a più di un allergene! Come fare allora per combattere tosse, occhi irritati, naso che cola, e così via?
Da un lato, c’è chi ricorre ai rimedi naturali per avere un po’ di sollievo. Per esempio, si potrebbero fare i suffumigi con un olio essenziale che aiuterebbe a liberare le vie respiratorie.
Dall’altro lato ci sono i farmaci, ossia soprattutto gli antistaminici e i corticosteroidi. Questi si rivelano spesso efficaci, ma potrebbero causare effetti collaterali fastidiosi. I corticosteroidi, per esempio, sarebbero fra i medicinali che potrebbero accrescere il rischio di fegato grasso.
Ma la medicina mette a disposizione delle alternative che non tutti conoscono. Si potrebbe trattare di una soluzione per chi non trova sollievo coi farmaci. Vediamo di cosa si tratta.
Per combattere tosse, occhi irritati e altri sintomi dell’allergia al polline, oltre ad antistaminici e cortisone esisterebbe questa nuova soluzione
Può capitare di aver sentito parlare di vaccini per le allergie. Ma esistono veramente? Sì e no: c’è un trattamento noto comunemente come vaccino, ma che in realtà si chiama immunoterapia specifica o desensibilizzante.
Come spiegano gli esperti, questa terapia non si limita ad alleviare i sintomi. Agisce infatti direttamente sul sistema immunitario, attenuando la risposta agli allergeni. In altre parole, l’organismo inizia a tollerare la sostanza a cui prima era allergico. Non è detto però che questa desensibilizzazione sia assoluta.
La terapia non è immediata: dura da un minimo di tre a un massimo di cinque anni. Consiste nell’esporsi all’allergene a dosi sempre maggiori, in forma sottocutanea o sublinguale. Quando infine si raggiunge una dose di mantenimento, si continua ad assumerla a intervalli regolari.
La soluzione non è adatta a tutti, ma potrebbe valere la pena di parlarne col proprio allergologo, immunologo o pneumologo. Nel frattempo, si possono adottare tre semplici regole di comportamento che molti ignorano, ma che potrebbero alleviare i sintomi.