Per capire come scegliere l’olio extravergine di oliva ecco la guida di Slow Food che premia quelli più buoni d’Italia

olio

È uscita la nuova guida di Slow Food 2022 dedicata ai migliori oli extravergini d’Italia. Una fotografia interessante e gustosissima della qualità dell’olio nello Stivale. Ci sono sicuramente molte cose interessanti ma vanno anche ravvisate alcune criticità nuove. In primis, il clima: una vera emergenza che minaccia le produzioni. Meteo sfavorevole e siccità hanno diminuito di molto la produzione prevista, che è stata comunque superiore al 2020: 315mila tonnellate. La ripresa è trainata principalmente dal sud Italia, nonostante l’emergenza Xylella.

Avere il quadro preciso di come stanno le cose è sicuramente utile per capire come scegliere l’olio extravergine di oliva migliore. La guida premia diverse qualità. Il Riva Jacur, per esempio, viene da Collalto di Susegana ed è coltivato senza utilizzare prodotti chimici. Viene ricavato da 7 tipologie diverse di olivo ed è piacevolmente amaro. C’è poi l’Evo 10 IGP toscano, premiato come “grande olio” e prodotto da una cooperativa della Valdinievole. Oggi circa 400 ovicoltori si prendono cura delle 4 varietà di olivo necessarie per realizzare questo prodotto, dal gusto vegetale e balsamico. Altro “Grande Olio” l’Est prodotto a Camerota, in due ettari di oliveti con 3 tipologie di piante diverse. Ha un sapore equilibrato, sia fruttato che erbaceo.

Per capire come scegliere l’olio extravergine di oliva ecco la guida di Slow Food che premia quelli più buoni d’Italia

Dalla Puglia arrivano due novità: la prima è un Coratina, prodotto dal 2015 da un’azienda della zona di Giovinazzo, in provincia di Bari. Un olio piccante e amaro, che conserva comunque note fruttate. La seconda è un “monocultivar”, sempre Coratina, questa volta da Modugno. È un olio bio intenso, che per la guida assume al palato un sapore piccante “di pregio”. Olio fresco ed elegante quello di selezione Cataldo, prodotto con due qualità diverse di olive, che nasce nella zona della Sila, a Calopezzati.

La Sardegna con i suoi olivi secolari regala un altro “Grande olio Slow”: l’Ollu Semidana. Questa qualità di olive è una delle più comuni, coltivate e diffuse sull’isola. Il prodotto che ne deriva è fresco ed erbaceo, con ritorno di pomodoro e una prelibata piccantezza amara. Da Terralba, in provincia di Otranto, ai piedi del Monte Arci, arriva infine l’Evo Santa Suia. Per la guida Slow Food si tratta di un altro “Grande Olio”, anche questo da monocultivar Semidana. Ha sentori di erbe officinali e foglia di pomodoro, anch’esso con note amare e piccanti. C’è da andar fieri di queste varietà d’olio che rendono il Made in Italy gastronomico tra i migliori del Mondo.

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