Sono veri e propri patriarchi verdi dalla lunghissima vita. Maestosi, anche se talvolta un po’ acciaccati, sono spesso il poco che resta di una vegetazione fitta e lussureggiante. Hanno resistito a guerre, carestie, epidemie, all’avanzata degli uomini che ci hanno costruito attorno strade e città intere.
Secondo il Ministero delle politiche agricole e forestali, nel suo elenco di “alberi monumentali”, in giro per l’Italia ce ne sono oltre 3.600, da tutelare proprio come si fa con altri monumenti e opere d’arte.
Gli alberi ci regalano benessere ed equilibrio
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Il contatto con gli alberi, tanto più se vecchi e giganteschi, fa stare bene. Soltanto vederli, abbracciarli, avvicinarsi a loro, è un’opportunità per avere fortuna non solo in amore, ma in tutto il nostro essere. È come se con le loro cortecce e i loro rami, regalassero equilibrio, facendo arrivare in noi tutta l’energia che captano dal suolo con le radici.
In Giappone esiste una pratica che si chiama shinrin-yoku, ovvero bagno nella foresta, molto meglio della nostra burocratica silvoterapia. Ma l’attività è la stessa: trascorrere tempo in mezzo agli alberi permette di assorbirne la saggezza, soprattutto se hanno parecchi anni, secoli, alle spalle. Per qualche studioso, valorizzare tutti i nostri sensi anche solo vicino a uno di questi antenati green, stimolerebbe il sistema immunitario.
Per avere fortuna non solo in amore e in affari ma anche in salute basta vedere e toccare questi grandi vecchi d’Italia
È già una “semplice” fortuna vederli, toccarli, passarci tempo insieme. Riacquistando armonia in noi stessi grazie a loro, potremmo concentrarci meglio sul lavoro e sui nostri affetti.
Nel nostro mini elenco, c’è il Castagno dei cento cavalli, tanti sarebbero stati i cavalieri a rifugiarsi sotto le sue fronde. Dichiarato “messaggero di pace” dall’UNESCO, 22 metri di circonferenza del tronco e altrettanti di altezza, dovrebbe avere circa 4mila anni. Sta a Sant’Alfio, Catania.
A Canneto Sabino, Rieti, ecco un olivo largo oltre 7 metri, ma con la chioma raggiunge i 30, e alto 15 metri. È vuoto all’interno ma sta ancora lì, da oltre 1000 anni.
Bello pizzuto il Cipresso di Vernazza, provincia di La Spezia, vicino al Santuario di Nostra Signora di Reggio: 800 anni, altezza 23 metri, diametro di mezzo metro.
La Quercia delle Streghe a Capannori, Lucca, anche detta la Quercia di Pinocchio, è alta 24 metri, 40 con la chioma, circonferenza di 4,5 metri, età 600 anni (almeno).
Il Pino di Lenne, pochi chilometri da Taranto, vicino al fiume omonimo e in mezzo a un bosco di suoi simili, ha 300 anni ed è il più vecchio dei pini d’Aleppo d’Europa. È alto 20 metri, largo 4.
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