Arrivare all’età per la pensione e non avere i contributi sufficienti per poter uscire dal lavoro. Un evento in cui incorrono moltissimi lavoratori. Ma prima di abbattersi bisogna conoscere le possibilità che esistono per poter ovviare a quella che può sembrare una situazione non risolvibile. Per esempio un lavoratore nato nel 1957 che compie 67 anni di età nel 2024, per la sua pensione dovrà per forza di cose raggiungere almeno 20 anni di contributi.
E se a conti fatti nel 2024 questo lavoratore oggi senza lavoro, completa “solo” 19 anni di contribuzione? Ecco cosa fare oggi per sistemare la situazione per il 2024 e trovarsi con la contribuzione giusta. E senza pagare somme da capogiro.
Per andare in pensione basterà versare 536 euro al mese in 4 rate trimestrali
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La pensione di vecchiaia ordinaria nel 2024 ha i requisiti congelati a quelli in vigore adesso. Il lavoratore interessato alla misura potrà lasciare il lavoro con 67 anni di età e con almeno 20 anni di contributi a qualsiasi titolo versati. Valgono quindi i contributi effettivi da lavoro e i contributi figurativi o da riscatto. Ma valgono anche i contributi volontari. Si chiama prosecuzione volontaria, la misura che può fare comodo per riempire un estratto conto dei contributi con quelli che mancano al raggiungimento di una soglia minima di contribuzione da versare.
E chi ha paura di versare troppo, potrebbe essere sorpreso in positivo dal momento che tutto dipende dalla propria retribuzione utile ai fini previdenziali, delle ultime 52 settimane. Ed a qualcuno, per andare in pensione basterà versare 536 euro al mese in 4 rate trimestrali, e per accedere alla pensione di vecchiaia altrimenti impossibile da prendere.
Il calcolo dei contributi da versare
Il calcolo della contribuzione volontaria da versare per recuperare uno o più anni di contribuzione dipende da due fattori. Una è la già citata retribuzione annua lorda utile ai fini previdenziali del lavoratore. Retribuzione dell’ultimo anno di stipendio, cioè degli ultimi 12 mesi o 52 settimane che dir si voglia. Il secondo fattore è l’aliquota di riferimento da applicare, perché è diversa da categoria a categoria. Ed il lavoratore dipendente è assoggettato al 33% di aliquota. Significa che ogni mese il 33% della retribuzione è ciò che il lavoratore versa al proprio montante contributivo. E sarà quello che verserà come contributi volontari se da 19 anni di contributi vuole passare a 20 anni. Ipotizzando una retribuzione da 1.500 euro al mese su 13 mesi nell’ultimo anno di lavoro svolto. un anno di contribuzione volontaria vale 6.435 euro.
I versamenti sono trimestrali e pertanto, il lavoratore dovrà mettere in conto di pagare 536 euro al mese. Una rata di circa 1.608 euro è quello che il diretto interessato deve versare. La contribuzione volontaria non si può versare in unica soluzione. Le rate sono trimestrali e scadono il 30 giugno, 30 settembre, 31 dicembre e 31 marzo. Evidente che per completare la carriera nel 2024, meglio presentare subito domanda all’INPS per ottenere l’autorizzazione a questi versamenti. Per trovarsi con la contribuzione completata a marzo 2024 e poter andare in pensione.