Per aiutare a comprare casa senza rischi col Fisco ecco come donare denaro a un figlio senza scrittura privata

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Nell’articolo di oggi il team di ProiezionidiBorsa proverà ad analizzare una situazione molto comune. In famiglia uno dei figli vuole andare a vivere a casa propria. Magari è arrivato il momento di convivere con la compagna e bisogna ristrutturare un altro appartamento.

Le condizioni economiche di questo periodo sono quelle che sono, i soldi non bastano mai, il lavoro è spesso precario. A questo punto il genitore decide di intervenire per dare una mano. Se non si tratta di una ristrutturazione, magari è per aiutare a comprare casa senza rischi.

Vista anche la stretta sui contanti che viene attuata in maniera sempre più forte, ci sono a volte dei dubbi legittimi su possibili accertamenti fiscali.

Il decreto Milleproroghe ha fissato, da gennaio 2022, il nuovo limite del cash a 2.000 euro. Le sanzioni sono anche molto pesanti: fino a 50mila euro di multa per chi viene pizzicato a fare il furbo. Effettivamente, i rischi non sono così peregrini: basta sbagliare una procedura per subire le conseguenze.

L’Agenzia delle Entrate è molto attenta a questo tipo di trasferimenti di denaro. Soprattutto, le verifiche vengono fatte quando ci sono evidenti discrepanze tra quanto dichiarato al Fisco, il proprio reddito e quanto viene acquistato in beni di lusso. Auto e case, soprattutto, vengono tenuti d’occhio.

Per aiutare a comprare casa senza rischi col Fisco ecco come donare denaro a un figlio senza scrittura privata

C’è un modo semplice per stare in regola: certificare il trasferimento di denaro in maniera certa. Bisogna ovviamente ricordare il tetto di 2.000 euro in contanti. Non c’è da scherzare: oltre tale limite bisogna tassativamente usare mezzi tracciabili. Questo vuol dire assegni o bonifici.

Non si può neanche frazionare la somma intera in più “quote” da 2.000 euro l’una. Meglio stare attenti e fare le cose come prevede la legge per tutelarsi.

Il trucco utile è quello di evitare la scrittura privata, che andrebbe a costare anche 200 euro tra imposta di bollo e di registro.

Lo scopo è quello di certificare la donazione avvenuta con una data precisa e un metodo che sia riconosciuto dalla legge. Niente di più facile: basta scambiarsi una raccomandata con ricevuta di ritorno o una PEC. Entrambi questi strumenti, infatti, sono dotati di strumenti precisi per accertare la data di consegna.

Nel testo del documento, basterà che il genitore spieghi brevemente l’intenzione della donazione, la cifra e il modo in cui il denaro verrà trasferito. Il figlio dovrà invece semplicemente rispondere in modo da certificare l’avvenuta donazione.

In questo modo lo scambio di denaro sarà avvenuto in maniera dimostrabile e tracciabile e si potrà stare sicuri su eventuali controlli fiscali.

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