Pensioni Quota 96 e come funziona la misura cara a molti lavoratori

Pensioni Quota 96 e come funziona la misura cara a molti lavoratori-Foto da pixabay.com

Nel 2012 entrò in vigore la tristemente famosa riforma Fornero. Una Legge previdenziale che viene considerata da molti come il male assoluto perché ha inasprito i requisiti per andare in pensione.

Ma fu anche una riforma dovuta per via dello spread, della grave crisi economica di quegli anni e per la sostenibilità del nostro sistema previdenziale che stava esplodendo. Avrà rattristato molti, deluso molti altri e fa ancora arrabbiare, ma è impossibile non dire che la riforma Fornero forse ha salvato i conti della previdenza che rischiava di fallire. Ma quella riforma cosa ha tolto davvero ai pensionati?

Pensioni Quota 96 e come funziona la misura cara a molti lavoratori

Prima della riforma Fornero le donne andavano in pensione di vecchiaia a 60 anni e molto prima degli uomini. Oggi tutti, senza distinzioni, escono dal lavoro con 67 anni di età. Si tratta dell’età pensionabile delle quiescenze di vecchiaia. Ma forse questo è stato il male minore. Perché se c’è qualcosa che ha allontanato le pensioni dagli italiani è la sostituzione delle pensioni di anzianità con le pensioni anticipate. A partire dalla Quota 96.

Hanno lasciato nostalgici

Oggi c’è chi si chiede delle pensioni Quota 96 e come funzionava questo canale di uscita agevolato. Se le pensioni di anzianità funzionavano esattamente come le nuove pensioni anticipate, la Quota 96 non è stata sostituita da nessuna nuova misura nemmeno oggi. Le pensioni di anzianità erano distaccate dall’età dei beneficiari che uscivano dal lavoro con 40 anni di contributi. Anche le odierne pensioni anticipate ordinarie non hanno limiti di età. Ma in pensione escono quanti arrivano a 42 anni e 10 mesi di contributi se uomini e 41 anni e 10 mesi di contributi se donne.

Requisito inasprito, ma meccanismo della misura invariato. La Quota 96 invece permetteva il pensionamento con almeno 60 anni di età ed almeno 35 anni di contributi. La somma di età e contributi, utilizzando anche le frazioni di anno, doveva però dare come risultato 96. Con questa misura quindi uscivano quanti avevano 60 anni e 3 mesi di età e 35 anni e 9 mesi di contributi. Oppure quanti avevano 60 anni esatti e 36 anni di contributi e così via dicendo. Combinazioni libere e diverse che portano però sempre allo stesso risultato. Una pensione molto vantaggiosa. Se consideriamo che oggi esiste Quota 103, che si centra con 62 anni di età ma con 41 anni di contributi, evidente che la differenza sia tanta.

 

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