Cambiano le pensioni dal 2024 perché qualcosa deve pur accadere nel pacchetto previdenziale della prossima Legge di Bilancio. Ormai appare chiaro che la tanto attesa riforma delle pensioni del Governo Meloni slitterà a data da destinarsi. Ciò che pareva ormai imminente, ovvero il varo della Quota 41 per tutti o della pensione flessibile a 62 anni, dovrà attendere.
Anche noti esponenti politici della maggioranza fanno sapere che di riforma si tornerà presto a parlare, ma ragionando fino al 2026, cioè in ottica intera legislatura. Significa che il 2024 si aprirà con poche novità, ma non poco importanti. Soprattutto per gli importi delle pensioni minime.
A 1.000 euro già nel 2024? ecco cosa accadrà adesso
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Una delle novità che si attendono è quella dell’adeguamento delle pensioni minime. Perché ancora oggi si parla di trattamenti pensionistici troppo bassi per milioni di italiani. Le pensioni minime a 1.000 euro sono un obiettivo del Governo. Anche perché era un cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi e adesso che l’ex Premier non c’è più, qualcuno spinge per andare avanti in quel progetto. Ma per il 2024 forse non si farà in tempo ad arrivare a questa autentica rivoluzione. Che per imponenza può essere paragonata solo all’incremento al milione che sempre un Governo di centrodestra a guida berlusconiana varò anni orsono. Più facile che nella legge di Bilancio il 2024 si apra con un incremento delle minime a 700 euro come da indiscrezioni si evince. Sarà un incremento però destinato solo a qualche pensionato.
Perché si parla di concedere questo incremento solo a chi ha compiuto già 75 anni di età. Una linea che segue quella intrapresa già quest’anno, con gli over 75 che da luglio godranno di un incremento maggiore. Infatti l’incremento delle pensioni minime di in via eccezionale per l’inflazione, è stato rivisitato a partire dal rateo di luglio. E i trattamenti salgono dell’1,5% con decorrenza gennaio 2023 (quindi con arretrati) per tutti, e del 6,4% per pensionati con 75 o più anni di età.
Pensioni minime subito a 600 euro, poi a 700 euro nel 2024 ed a 1.000 euro dopo, ecco gli scenari futuri
Chi ha un’età uguale o superiore a 75 anni, prenderà una minima da 599,82 euro. E nel 2024 si dovrebbe salire ancora. Tutti i pensionati con trattamenti inferiori al minimo godrebbero, se over 75, di una pensione da 700 euro al mese. Questo è il primo passo per arrivare all’obiettivo di 1.000 euro di pensione minima. Ma prima di farsi facili illusioni, bisogna capire cos’è il trattamento minimo e l’integrazione delle pensioni a questo trattamento. Le pensioni liquidate col sistema misto godono dell’integrazione. Significa che solo chi è andato in pensione grazie a contributi versati per la prima volta prima del 1996, godono di questa agevolazione. Chi ha iniziato a lavorare nel 1996 o dopo, non ha diritto all’integrazione.
Oltretutto, servono determinate condizioni di reddito. Si considerano i redditi del titolare della pensione in prima battuta, e poi se c’è il coniuge, anche i redditi di quest’ultimo. Per le pensioni nate prima del 1994, il reddito del coniuge però non si considera. E non hanno diritto all’integrazione i pensionati che nel 2023 hanno un reddito superiore anche di un solo euro a 14.657,24. Per le pensioni liquidate tra il primo gennaio ed il 31 dicembre del 1994, i coniugati non devono superare 36.643,10 euro di reddito. Per gli altri, cioè per i pensionati il cui assegno ha decorrenza dal 1 ° gennaio 1995 in poi, niente integrazione per singoli con reddito superiore a 14.657,24 euro e coniugati con reddito superiore a 29.314,48 euro.