Da quando è entrata in vigore la riforma delle pensioni di Lamberto Dini, il sistema previdenziale italiano è diventato un sistema contributivo. Oggi però molti lavoratori godono ancora di quello che si chiama calcolo misto della pensione perché hanno iniziato a lavorare prima del 1996 (anno di entrata in vigore del sistema contributivo di Dini, ndr). Pensioni, ecco i metodi leciti per farla aumentare di importo. Vediamo di cosa si tratta.
Come tutti sanno, il calcolo contributivo della pensione è penalizzante dal punto di vista degli importi rispetto a quello retributivo. Ma alcune vie per incrementare la pensione anche con il calcolo contributivo esistono. Solo che molti non le conoscono o non le utilizzano.
Pensioni, ecco i metodi leciti per farla aumentare di importo, fai questo anche tu e prenderai di più
Indice dei contenuti
Il sistema contributivo calcola la prestazione pensionistica partendo dal montante dei contributi versati. A differenza del sistema retributivo non contano le retribuzioni e gli stipendi dell’ultimo periodo di lavoro. Oggi la maggior parte delle prestazioni erogate dall’INPS sono calcolate per gran parte con il sistema contributivo, anche quelle miste. CHi ha maturato già 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, può godere dell’agevolazione del calcolo retributivo fino al 31 dicembre 2012. Gli altri invece godono di questo favorevole calcolo solo fino al 31 dicembre 2011. Ma è oggettivamente giusto sottolineare che oggi sono sempre meno i lavoratori che hanno carriere così lunghe già al 1996. Perché probabilmente sono già in pensione.
Le retribuzioni restano importanti
Con il sistema contributivo l’INPS dà al pensionato la pensione effettivamente spettante, commisurata pertanto ai contributi che da lavoratore, il diretto interessato ha effettivamente versato durante la carriera. Un sistema equo che evita il fenomeno degli scatti di carriera ingiustificati negli ultimi anni di servizio, che servivano per incrementare l’assegno pensionistico futuro. Ma se le retribuzioni negli ultimi anni di carriera non contano più, come si fa ad incrementare l’importo delle pensioni? Anche se sembra così, non è giusto asserire che le retribuzioni non contano. I contributi che un lavoratore versa, sono commisurati allo stipendio percepito, e quindi lo stipendio resta fondamentale. L’aliquota contributiva pari al 33% si applica sullo stipendio che naturalmente più è alto, più contributi si versano. Quindi, finire la carriera con uno stipendio più alto, finisce con il far salire l’importo della pensione che si percepisce. L’esatto opposto di ciò che capita a chi per esempio termina la carriera godendo di qualche ammortizzatore sociale.
Per esempio, chi gode della NASPI sul finire della carriera, essendo l’indennità per disoccupati più bassa dello stipendio, rischia di rendere meno ricca la pensione. Soprattutto per quanti hanno ancora oggi il diritto al calcolo misto dove in parte, valgono le regole retributive degli ultimi anni di carriera.
Lettura consigliata
Canone RAI per il cellulare e non più in bolletta, ecco la novità che potrebbe cambiare la tassa