Il 2023 potrebbe aprire a scenari importanti per il capitolo pensioni. Infatti potrebbero entrare in vigore alcune novità pensionistiche non certo secondarie. E le pensioni anticipate potrebbero cambiare radicalmente. Anche se si tratta di misure già oggi presenti nel sistema, potrebbero allargarsi i potenziali beneficiari. E i vantaggi inizierebbero a diventare molteplici. Soprattutto, la mappa delle pensioni odierne potrebbe uscire stravolta da misure previdenziali dell’INPS che potrebbero cancellare quelle oggi esistenti.
Pensioni anticipate 2023 a 64 anni o con 41 anni di contributi
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La Quota 41, che oggi è destinata solo ad alcuni lavoratori, potrebbe essere estesa. Oggi si parla di Quota 41 per i precoci, domani di Quota 41 per tutti. Differenza enorme, come è evidente che sia. Verrebbe depennato dal meccanismo il primo vincolo, che è quello dell’anzianità assicurativa. In termini pratici, oggi il primo contributo versato deve essere antecedente i 19 anni di età. E sempre prima dei 19 anni di età occorre aver maturato almeno un anno pieno di contributi, anche se discontinui. E poi, via il paletto che rende la misura dedicata a invalidi, caregivers, disoccupati e lavori gravosi. L’ipotesi di Quota 41 per tutti, pur se difficile, resta fattibile. Continua a proporla la Lega, per esempio.
A 64 anni i retributivi come i contributivi
La pensione contributiva a 64 anni potrebbe diventare utile anche a chi ha contributi versati nel sistema retributivo. È un’altra ipotesi di cui tanto si parla che consentirebbe al sistema di dotarsi della cosiddetta flessibilità in uscita. Oggi la pensione a 64 anni di età riguarda quanti si trovavano con almeno 20 anni di contributi e con il primo versamento non antecedente il primo gennaio 1996. In pratica una misura destinata ai cosiddetti contributivi puri, cioè lavoratori privi di carriera al 31 dicembre del 1995. Si chiama, appunto, pensione anticipata contributiva. E la sua estensione ai retributivi partirebbe sempre dal calcolo solo contributivo della prestazione. Le pensioni anticipate 2023 a 64 anni potrebbero davvero rivoluzionare il sistema previdenziale, creando l’alternativa alla pensione di vecchiaia ordinaria a 67 anni di età.
Pensione a 64 anni con 20 di contributi, come sarebbe
La modifica sarebbe quella di estendere la misura anche a chi non rispetta questo requisito. Ma servirebbe accettare il ricalcolo completamente contributivo della pensione. Quindi, penalizzazione marcata dell’assegno pensionistico. Ma resterebbe una alternativa più duratura e fissa di Quota 102, che permette uscite a 64 anni di età, ma con ben 38 anni di contribuzione minima. Soprattutto se verrà meno il vincolo della pensione pari ad almeno 2,8 volte l’assegno sociale. Infatti è proprio l’importo della prestazione la cosa che maggiormente ha fatto perdere appeal ad una misura che altrimenti poteva davvero riguardare una nutrita platea di lavoratori.
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