A gennaio come ogni anno le pensioni degli italiani sono state pagate con i soliti aumenti dovuti all’inflazione. Ogni anno le pensioni vengono collegate al tasso di inflazione, o meglio, vengono adeguate. Perché più aumenta il costo della vita, più salgono le pensioni. Il meccanismo della perequazione, come si chiama questo adeguamento, incrementa le pensioni con una percentuale prestabilita e basata proprio sul tasso di inflazione.
Aumenti percentuali quindi, che scendono con il salire della pensione dal punto di vista dell’importo di quest’ultima. Per determinati pensionati però a gennaio nessun incremento, perché tutto è slittato a marzo. E con l’arrivo del nuovo mese e del nuovo rateo di pensione, questa mancanza verrà risolta, con tanto di arretrati per i mesi di mancata indicizzazione. Ma quando davvero questi pensionati potranno incassare ciò che gli spetta di diritto? Quindi, pensioni a marzo con aumenti e arretrati per determinati pensionati.
Adeguamenti inferiori per coloro a cui tocca l’aumento di marzo con arretrati
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A gennaio i pensionati che hanno ricevuto gli incrementi dovuti all’indicizzazione delle pensioni sono stati tutti quelli con assegni di importo fino a 4 volte il trattamento minino dell’INPS. Significa che il mancato incremento per contro ha riguardato i pensionati con assegni superiori a 4 volte l’ordinario trattamento minimo INPS, cioè assegni oltre 2.101,52 euro.
Dal momento che solo per gli assegni fino a questa soglia l’incremento è al 100% del tasso di inflazione, è evidente che occorre approfondire la materia e spiegare quali saranno gli incrementi per gli altri pensionati. Soprattutto perché per Legge ai pensionati che non è stata adeguata la pensione a gennaio, toccheranno con il rateo di marzo anche gli arretrati per i primi due mesi del 2023.
Pensioni a marzo con aumenti e arretrati di gennaio e febbraio
Per i titolari di pensione fino a quattro volte il trattamento minimo a gennaio l’assegno è stato maggiorato del 7,3%. Invece er gli altri la percentuale scende e soprattutto, gli aumenti partiranno con il mese di marzo. Per le pensioni fino a 5 volte il minimo, l’aumento è del 6,205% (85% di 7,3%).
Sulle pensioni sopra 5 e fino a 6 volte il trattamento minimo, rivalutazione del 3,869% (53% del 7,3%). Sarà del 47% l’aumento per i trattamenti compresi tra sei e otto volte il minimo, del 37% per le pensioni fino a 9 volte il minimo e del 32% per quelle superiori a 10 volte il trattamento minimo. Per chi riceve la pensione sul conto corrente in banca, sul conto corrente alle poste, su libretti di risparmio o su carte prepagate con IBAN, l’accredito è previsto per mercoledì 1° marzo. Per quella data quindi, oltre al rateo di marzo maggiorato, anche le differenze a credito delle pensioni di gennaio e febbraio. Il pensionato che invece prende la pensione in contanti allo sportello di poste italiane, dovrà seguire il solito calendario e cioè:
- mercoledì 1 marzo per i pensionato con cognomi che iniziano con le lettere A e B;
- giovedì 2 marzo lettere dalla C alla D;
- venerdì 3 marzo lettere dalla E alla K;
- sabato 4 marzo lettere dalla L alla O;
- lunedì 6 marzo lettere dalla P alla R;
- martedì 7 marzo lettere dalla S alla Z.