In incrocio tra diverse misure sembra che produrrà alcune possibilità di uscita anticipata dal mondo del lavoro e di conseguente pensione per molti lavoratori. Ci sono tante ipotetiche nuove misure che potrebbero davvero fare capolino nel sistema previdenziale per l’anno nuovo. E tutte sembra che vadano incontro a possibili pensionamenti per due classi di contribuenti. Sarebbero quelli nati nel 1961 o nel 1962. A prescindere dal nome che verrà dato ad una o a due nuove misure pensionistiche, gli interessati dovrebbero essere quelli nati entro gli anni prima citati.
Pensioni a 61 o 62 anni possibili nel 2023, ma a determinate condizioni
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La misura più dibattuta e che sembra la più probabile nella nuova Legge di Bilancio è sempre la famosa Quota 41. Ma ad approfondire meglio il tutto sembra che chiamarla Quota 102 non è esercizio azzardato. Infatti con 41 anni di contributi versati potrebbe essere necessario aver compiuto almeno 61 anni di età. E la somma di età e contributi finirebbe proprio con il dare 102, come la Quota oggi in vigore, ma con un evidente peggioramento del limite contributivo a fronte di 3 anni in meno di età in meno per la misura. Infatti oggi con la Quota 102 si può lasciare il lavoro a partire dai 64 anni di età ma con 38 anni di contributi versati. Nel 2023 potrebbe cambiare tutto, con la Quota 102 cessata il 31 dicembre 2022 e con il varo di una nuova Quota 41 (o nuova Quota 102), a partire dai 61 anni di età con 41 anni di contributi versati.
Forse si torna agli assegni dai 62 anni come la vecchia Quota 100
Anticipare troppo l’età di uscita però potrebbe non essere facile. Soprattutto perché prima si fanno uscire i lavoratori verso la pensione, più le casse dello Stato vanno in sofferenza. Ed il fattore della spesa previdenziale è sempre da tenere in considerazione. La sostenibilità del sistema deve essere garantita e le già derelitte casse dell’INPS non permettono certo voli pindarici. Quando si parla di pensioni a 61 o 62 anni possibili nel 2023 il riferimento è proprio ai conti pubblici. Perché anziché 61 anni la soglia anagrafica per la nuova Quota 41 potrebbe tornare quella della vecchia Quota 100. Al posto di favorire le uscite già ai nati nel 1962 si arretrerebbe di un anno, partendo dai nati nel 1961. E la Quota 41 diventerebbe una Quota 103. Ai 41 anni di contributi da completare occorrerà che il lavoratore aggiunga anche 62 anni di età compiuti.