Pensione Quota 41 e incumulabilità con redditi da lavoro, fino a quando

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La normativa offre diverse possibilità di anticipare la pensione ai lavoratori. A parte la pensione anticipata ordinaria, infatti, si può andare in pensione prima con altre misure. L’APE sociale, per esempio, o la Quota 100 o 102. Ma esistono anche delle tipologie di misure dedicate solo a determinate categorie di lavoratori, come ad esempio la Quota 41 per i lavoratori precoci.

Quest’ultima tipologia di anticipo riguarda solo una platea ristretta di lavoratori. Non è necessario, infatti, essere solo lavoratori precoci, ma anche appartenere a uno dei profili di tutela.

L’anticipo per precoci conviene

In ogni caso, per chi ha iniziato a lavorare prima della maggiore età, questo può essere un pensionamento molto conveniente. Nel calcolo dell’assegno spettante, infatti, non sono previste penalizzazioni e, quindi, si avrà l’assegno spettante basato sull’età di accesso. La penalizzazione, però, potrebbe venire da un’uscita dal mondo del lavoro precedente al compimento dei 60 anni. Applicando un coefficiente di trasformazione più basso, infatti, l’assegno di pensione si riduce.

Ma questa “penalizzazione” portata dall’età è facilmente ammortizzabile con il numero di anni in cui si fruisce in più della pensione. Nel totale percepito, quindi, non si andrebbe in perdita. Quello che non tutti mettono in conto, però è la pensione Quota 41 e incumulabilità con redditi derivanti da lavoro.

L’anticipo di quanto?

La Quota 41 permette di anticipare, rispetto alla misura anticipata ordinaria, di 10 mesi alle donne e di un anno e 10 mesi agli uomini. Per chi lavora da oltre 40 anni di contributi si può trattare di un anticipo importante. Ma è da mettere in conto che con questa pensione si esce dal mondo del lavoro in età ancora giovane.

Chi utilizza questo strumento per pensionarsi, quindi, potrebbe essere ancora in grado di svolgere attività lavorativa o potrebbe avere voglia di restare ancora nel mondo del lavoro. La Quota 41, però, è incumulabile con i redditi da lavoro, siano essi derivanti da lavoro autonomo o dipendente. Senza nessuna eccezione.

Pensione Quota 41 e incumulabilità con redditi da lavoro, fino a quando

Il divieto di cumulo dei redditi, però, non dura a lungo. Vige fintanto che il lavoratore non raggiunge, prospetticamente, i contributi che gli sarebbero stati necessari per la pensione anticipata ordinaria. Di fatto, quindi, una lavoratrice che accede alla pensione con 41 anni e 2 mesi di contributi sarà vincolata dal divieto solo per 8 mesi.

Trascorso, quindi, il lasso di tempo che separava il lavoratore dal pensionamento ordinario anticipato, è possibile tornare a svolgere attività lavorativa e cumulare tranquillamente i redditi da pensione con quelli da lavoro.

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