Non sempre il lavoratore riesce ad accumulare i contributi necessari per accedere alla pensione anticipata. Questo, magari, perché ha iniziato a lavorare tardi preferendo completare la propria istruzione e, magari, ha deciso di frequentare l’Università. Arrivando a laurearsi dopo i 25 anni, infatti, difficilmente si riesce ad accumulare oltre 42 anni di contributi per accedere alla pensione anticipata prima dei 67 anni. Ma in questi casi la normativa previdenziale viene in aiuto del lavoratore. E permette di andare in pensione prima con questo metodo che, pur essendo oneroso, permette di risparmiare.
Riscatto laurea, differenza tra quello light e quello tradizionale
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L’ordinamento permette di riscattare, a proprie spese, il periodo di studi universitari. Ma solo per la durata legale del corso di Laurea e solo nel caso che sia stato conseguito il titolo di studio. Non possono essere riscattati, quindi, gli anni fuoricorso. Ma neanche gli anni dedicati allo studio se, poi, la Laurea non è stata conseguita.
Esistono due tipologie di riscatto: quello tradizionale, notoriamente più costoso, e quello agevolato. Ma che differenze ci sono a livello di valenza dei contributi? In entrambi i casi i contributi riscattati sono utili sia al diritto che alla misura del trattamento previdenziale. Di fatto, quindi, il numero di anni di contributi si sommano a quelli versati per il lavoro consentendo il pensionamento prima. Ma sono utilizzati anche per il calcolo dell’assegno.
La differenza sostanziale tra le due tipologie di riscatto sta nel sistema di calcolo. Utilizzando il riscatto tradizionale, infatti, i periodi di studio pre 1996 si collocano nel sistema retributivo. E aumentano, quindi, gli anni di contributi collocati in questo sistema. Con il riscatto agevolato, invece, gli anni riscattati si collocano sempre nel sistema contributivo. Anzi, se il periodo si colloca prima del 1996 è richiesto anche di scegliere l’opzione contributiva per il calcolo della pensione. Portando di fatto nel sistema contributivo tutti i contributi versati prima del 1996, anche quelli non interessati dal riscatto.
Pensione prima con questo metodo, ma ecco quanto si risparmia
In entrambi i casi, però, l’onere del riscatto è abbastanza pesante, ma la normativa permette di risparmiare su questo costo. Sono previste, infatti, detrazioni e deduzioni per l’onere sostenuto. Che di fatto vanno ad abbattere le tasse dovute sul reddito. Ma anche in questo aspetto c’è una differenza tra riscatto ordinario e agevolato.
Per il riscatto ordinario è prevista l’intera deduzione della somma sostenuta dal reddito imponibile. Mentre per quello agevolato è prevista una detrazione della spesa al 50%. Ma cerchiamo di capire la differenza. Con la deduzione si abbatte il reddito su cui si calcolano le tasse. Per chi ha un reddito di 30.000 euro una deduzione di 20.000 euro permette di pagare le tasse solo su 10.000 euro.
Con la detrazione, invece, si abbassano le tasse da pagare. Se con il riscatto si è sostenuto un onere di 20.000 euro, quindi, si avrà diritto ad una detrazione pari a 10.000 euro. Ma attenzione, in entrambi i casi a pagare in un’unica soluzione tenendo sempre presente la capienza fiscale.
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