Pensione integrativa o complementare, a chi serve per la vecchiaia

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Quando si parla di pensioni la prima cosa che viene in mente è l’INPS. Ovvero l’istituto della previdenza sociale italiana, che funziona basandosi su una sorta di patto tra generazioni. Le pensioni di chi smette di lavorare, infatti, sono finanziate dai contributi che versano i lavoratori attivi. Ma con la diminuzione della popolazione che lavora a causa delle meno nascite e l’allungarsi della stima di vita, il sistema è in difficoltà. Per pagare le pensioni, quindi, i contributi dei lavoratori attivi non bastano più. E per mantenere la spesa contenuta si è dovuto rivedere il sistema di calcolo optando per quello contributivo.

Pensioni sempre più basse per le generazioni più giovani

La revisione del sistema di calcolo pensionistico ha portato ad una graduale diminuzione dell’importo erogato. Diminuzione che toccherà il suo culmine nel corso del decennio che va dal 2030 al 2040, quando diremo definitivamente addio al calcolo retributivo. E tutte le nuove pensioni saranno calcolate con quello contributivo, meno conveniente.

Ovviamente questo radicale cambiamento, in corso dal 1996, ha portato le istituzioni a sostenere sempre di più le pensioni private. Ovvero quelle integrative che non si versano all’INPS e non sono obbligatorie. Si tratta di fondi, quindi, di copertura pensionistica volontaria che ha lo scopo di garantire una seconda pensione al lavoratore che aderisce. Ma la pensione integrativa o complementare, a chi serve veramente?

Con le pensioni contributive la previdenza integrativa è necessaria

Chi percepirà una pensione totalmente contributiva già è consapevole di avere diritto ad un assegno notevolmente più basso. E proprio per garantirsi un tenore di vita adeguato anche quando sarà avanti con l’età,  la scelta più saggia è quella di scegliere una pensione complementare. Ad integrazione di quella obbligatoria che verserà l’INPS.

Per capire come correre fin sa subito ai ripari per la vecchiaia è possibile simulare già adesso la futura pensione obbligatoria che si andrà a prendere. In questo modo è possibile andare a pianificare la quota integrativa di cui si necessita per avere delle entrate mensili adeguate.

Pensione integrativa o complementare e a chi serve per la vecchiaia

La pensione integrativa, in teoria, servirebbe a tutti i lavoratori che perdono una quota della pensione spettante a causa del calcolo contributivo. Praticamente, quindi, chi più, chi meno, tutti necessiterebbero di una integrazione alla pensione spettante. Visto che ad oggi nessun lavoratore che accede alla pensione ha un calcolo interamente retributivo (e questo accade dal 2012).

E per chi sceglie di versare nei fondi integrativi ci sono anche diversi vantaggi fiscali. Innanzitutto quanto versato annualmente è interamente deducibile ai fini IRPEF nel limite di 5.164,57 euro l’anno. E questo permette, di fatto, di risparmiare sensibilmente sulle tasse. Quando, poi, la pensione integrativa è erogata, è tassata con una aliquota che può andare dal 9 al 15%. Contro l’aliquota applicata alla pensione pubblica che va dal 23 al 43%

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