Non sempre per avere diritto alla pensione di vecchiaia si deve aspettare di compiere i 67 anni. Per i lavoratori invalidi, infatti, la normativa previdenziale prevede diverse agevolazioni. Questo perché non sempre per un diversamente abile è possibile svolgere la propria mansione allo stesso modo di un collega normodotato.In alcuni casi, infatti, il disabile fa molta più fatica e spreca molte più energie di un lavoratore che, invece, non ha patologie. Per questo il legislatore prevede possibilità di avere diritto ad aiuti come, ad esempio l’assegno ordinario d’invalidità. O come la pensione di vecchiaia con un certo anticipo sull’età. Ed è della pensione INPS 6 o 11 anni prima che parleremo in questo articolo illustrando requisiti e modalità.
Le regole per i lavoratori disabili
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Alcuni lavoratori disabili possono accedere alla pensione di vecchiaia molto prima del compimento dei 67 anni. Questo perché il Decreto Legislativo 503 del 30 dicembre 1992 ha stabilito di anticipare l’età pensionabile di accesso a:
- 55 anni per le donne;
- 60 anni per gli uomini.
Ovviamente questo requisito anagrafico ha subito adeguamenti all’aspettativa di vita e ad oggi possono accedere alla pensione di vecchiaia i lavoratori disabili che hanno compiuto:
- 56 anni di età se donne;
- 61 anni di età se uomini.
Trattandosi di una pensione di vecchiaia i contributi richiesti per l’accesso sono sempre minimo 20 anni. Attenzione, però, a questo tipo di pensionamento possono accedere solo e soltanto i dipendenti del settore privato. Ne restano esclusi sia i lavoratori autonomi sia i dipendenti del pubblico impiego.
Pensione INPS 6 o 11 anni prima, anche nel 2022 per i lavoratori che presentano questo certificato
La pensione di vecchiaia anticipata per lavoratori invalidi, quindi, richiede 56 anni per le donne, 61 anni per gli uomini e almeno 20 anni di contributi versati. Per la decorrenza della pensione è necessario attendere una finestra di 12 mesi dal raggiungimento dei requisiti. Il beneficio è riconosciuto, però, solo ai lavoratori che hanno una certificazione d’invalidità pensionabile pari o superiore all’80%.
Per avere diritto a questa pensione, quindi, non basta un certificato d’invalidità civile all’80% o superiore. E’ necessario farsi certificare dalla commissione medica dell’INPS l’invalidità pensionabile. Si tratta di una invalidità specifica che serve per il riconoscimento di prestazioni previdenziali. La commissione medica, quindi, deve riconoscere al richiedente la riduzione della capacità lavorativa in relazione alle sue attitudini specifiche.
A differenza di quello che accade con l’invalidità civile, che riconosce la riduzione della capacità lavorativa in generale, la certificazione che occorre è differente. Per avere questa specifica certificazione è necessario presentare nuovo accertamento d’invalidità, questa volta pensionabile. Va presentato contestualmente alla domanda di pensione il certificato del proprio medico curante (modello SS3).