Il calcolo della pensione avviene con due sistemi: quello contributivo e quello retributivo. Nella maggior parte dei casi viene utilizzato il sistema misto. Con una quota di pensione calcolata con il retributivo ed una quota con il contributivo. Mentre il sistema retributivo si basa sulle retribuzioni degli ultimi anni prima della pensione, il contributivo ha un metodo diverso.
Si tratta di una sorta di salvadanaio in cui si accantonano tutti i versamenti del lavoratore. Che poi sono rivalutati annualmente e trasformati in pensione mensile con l’applicazione di un coefficiente di trasformazione. Se si vuole capire come si calcola la pensione futura, ecco come si determina l’importo.
Cos’è il coefficiente di trasformazione
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Si tratta di un numero percentuale applicato nel calcolo al montante contributivo per determinare l’importo della pensione mensile. Il coefficiente di trasformazione varia al variare dell’età diventando più favorevole man mano che si invecchia. Quindi, più alta e l’età maggiore sarà l’importo della pensione, anche in presenza di un montante contributivo identico.
Il calcolo della quota contributiva della pensione è molto semplice: il totale dei contributi versati (in euro) si moltiplica per il coefficiente di trasformazione. L’importo ottenuto si divide, poi, per le 13 mensilità dell’anno. Il risultato è la pensione mensile lorda.
Coefficiente di trasformazione, qualche esempio
I coefficienti di trasformazione partono dai 57 anni e arrivano fino ai 71 anni. Per la pensione di vecchiaia a 67 anni è applicato il coefficiente del 5.575%, ad esempio. A 71 anni si applica il coefficiente di trasformazione più alto in assoluto che è del 6.466%. A 57 anni, invece, si applica quello più basso, pari al 4,186%.
Se applichiamo questi montati ad un montante di 300.000 euro, vediamo che restituiscono assegni abbastanza diversi:
- a 57 anni una pensione mensile di 966 euro;
- a 67 anni una pensione mensile di 1.286 euro;
- a 71 anni una pensione mensile di 1.492 euro.
Tutte e 3 le pensioni sono calcolate con gli stessi contributi versati, e quindi senza anni di lavoro in più. Ed il risultato è stupefacente.
Pensione futura, come si applica il coefficiente di trasformazione
Ma cosa accade se si accede alla pensione quando si è a cavallo di due anni? Come nel caso di un lavoratore che ha compiuto i 64 anni da 5 mesi e, quindi, non ha ancora raggiunto i 65 anni? Si prendono i coefficienti di trasformazioni riferiti a 64 e 65 anni e si fa la differenza tra i due: 5,060 e 5,220.
La differenza è 0,16. Questo risultato va diviso per i 12 mesi dell’anno e moltiplicato per i mesi trascorsi dall’ultimo compleanno. Nel caso dell’esempio si tratta di 5 mesi e, quindi, 0,16 va diviso per 12 e moltiplicato per 5. Si ottiene 0,066, numero che si dovrà sommare al coefficiente relativo ai 64 ottenendo 5,126%. E questo sarà il coefficiente di trasformazione applicato a chi si pensiona con 64 anni e 5 mesi.
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