Arrivati ad una certa età diventa indispensabile andare in pensione, soprattutto in questo momento di crisi economica dove il lavoro scarseggia. Non è facile, infatti, trovare una nuova occupazione quando si è avanti con gli anni. E questo non consente di versare altri contributi utili al raggiungimento della pensione anticipata. Quello che non tutti sanno, però, è che esistono pensione di vecchiaia ordinaria e contributiva oltre alla misura di vecchiaia per invalidi. In questo articolo esploreremo tutte le possibilità di pensionamento di vecchiaia cercando di capire le differenze.
4 misure per il raggiunto limite di età
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Non una sola pensione di vecchiaia ma addirittura 4 misure differenti. Una di queste è dedicata solo agli invalidi del settore privato con almeno l’80% di invalidità. In questo caso la pensione di vecchiaia è anticipata a 56 anni per le donne e a 61 anni per gli uomini. I contributi necessari sono, come per la misura ordinaria, di 20 anni.
A parte questa misura, che come è facilmente intuibile è dedicata ad una platea di beneficiari molto ristretta, esistono altre 3 misure. Una ordinaria e 2 contributive.
Andare in pensione a 67 anni, le diverse possibilità
La pensione di vecchiaia ordinaria prevede l’uscita a 67 anni di età per coloro che hanno versato almeno 20 anni di contributi. Ma questa misura si rivolge solo e soltanto a chi ricade nel sistema di calcolo misto, parte contributivo e parte retributivo. Ovvero a coloro che hanno versato almeno qualche contributo prima del 1996. Negli altri casi la pensione di vecchiaia è contributiva e può essere richiesta o a 67 anni o a 71.
Come è intuibile, quindi, questa tipologia di misura prevede diverse accezioni e non requisiti univoci per tutti. Per chi ricade nel sistema contributivo puro, infatti, oltre ai requisiti differenti, bisogna sottolineare che non è possibile contare sulla cosiddetta integrazione al trattamento minimo.
Pensione di vecchiaia ordinaria e contributiva a 67 e a 71 anni, le differenze
Avere la pensione di vecchiaia contributiva a 67 anni significa essere nella condizione di soddisfare i 3 requisiti che richiede:
- 67 anni di età;
- almeno 20 anni di contributi versati;
- che l’importo della prima pensione liquidata sia pari o superiore a 1,5 volte l’assegno sociale INPS.
Per chi, quindi, non raggiunge una pensione di importo pari o superiore a 702 euro, il pensionamento a 67 anni è rimandato. Ma solo se si ricade nel sistema contributivo puro. In questo caso si centrerà il pensionamento solo al compimento dei 71 anni, quando la pensione di vecchiaia contributiva è liquidata a prescindere dall’importo.
La pensione a 71 anni, che ricordiamo spetta solo a chi non ha contributi versati prima del 1996, necessita solo di 5 anni di contributi per il diritto. Ma bisogna fare attenzione, la pensione, non essendo integrata al minimo, potrebbe avere anche importi molto bassi in questo caso.
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