Una notizia positiva, stranamente, esce fuori dalla Legge di Bilancio per il capitolo pensioni. Infatti tutte le notizie riguardo alle pensioni nel 2024 sono negative. Peggiorano le regole di calcolo delle pensioni di Quota 103, che passa dal metodo misto al metodo contributivo. Si allontanano le pensioni di Quota 103, con le finestre che passano da 3 e 6 mesi a 7 e 9 mesi sempre rispettivamente per lavoratori del settore privato e lavoratori del pubblico. Ed anche la pensione a 63 anni di età per invalidi, caregivers, disoccupati e lavori gravosi sale a 63 anni e 5 mesi (fino al 31 dicembre 2023 basteranno 63 anni esatti). Solo la novità per chi non ha contributi versati prima del 1996 è da reputare positiva. Perché la pensione di vecchiaia 2024 diventa più facile da centrare per alcuni lavoratori.
Ecco perché c’è chi non ci va prima dei 71 anni di età
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I contributivi puri sono i contribuenti che hanno il primo contributo versato a qualsiasi titolo, successivo al 31 dicembre 1995. Per questi lavoratori c’è il vantaggio della pensione anticipata contributiva, che si centra con:
- 64 anni di età;
- 20 anni di contributi;
- pensione non inferiore a 2,8 volte l’assegno sociale.
Il contributivo puro che non riesce a centrare una pensione a 64 anni, deve aspettare l’età pensionabile per la quiescenza di vecchiaia. Ma anche in questo caso serve un determinato assegno minimo da centrare per andare in pensione. Infatti chi non ha versamenti prima del 1996 può accedere alla pensione di vecchiaia con:
- 67 anni di età;
- 20 anni di contributi versati;
- pensione non inferiore a 1,5 volte l’assegno sociale.
Se nemmeno questa prestazione viene centrata, il contributivo puro esce dal lavoro con:
- 71 anni di età;
- 5 anni di contributi;
- nessun vincolo di importo minimo della pensione.
Pensione di vecchiaia nel 2024, il Governo la rende facile anche per i contributivi
In questi anni moltissimi contributivi puri sono stati presi in contropiede da questi vincoli aggiuntivi relativi agli importi delle prestazioni. Chi ha la carriera contributiva iniziata prima infatti, non è assoggettato a questi limiti. Nel 2024 però anche i contributivi puri verranno equiparati agli altri lavoratori per quanto riguarda le uscite con le pensioni di vecchiaia. Pertanto, la pensione a 71 anni che molti avevano già programmato, perché anche nel 2024 non arrivavano a un assegno pari ad almeno 754 euro al mese (1,5 volte l’assegno sociale) anche con 67 anni di età e 20 di contributi, viene evitata da molti. Il Governo ha deciso di porre un freno a questa disparità di trattamento a 67 anni. Infatti anche i contributivi puri dal primo gennaio prossimo potranno pensionarsi semplicemente con 67 anni di età e 20 anni di contributi. L’articolo 26 della bozza della Legge di Bilancio infatti cancella, al comma 1 lettera A, il vincolo della pensione pari o superiore ad 1,5 volte l’assegno sociale. Di fatto anticipando l’uscita di 4 anni rispetto ai 71 anni per alcuni lavoratori.