Pensione di vecchiaia 3 anni prima nel 2023, ecco come e perchè

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Notoriamente è risaputo che in pensione di vecchiaia si va a 67 anni. E servono almeno 20 anni di contributi. Per andare in pensione prima è necessario raggiungere un numero di contributi maggiore ed in alcuni casi è possibile lasciare il lavoro a prescindere dall’età. Ma se i contributi versati non superano i 42 o 43 anni necessari alla misura anticipata, è necessario scegliere misure che uniscono al requisito contributivo quello anagrafico. Ma non tutti sanno che è possibile andare in pensione di vecchiaia 3 anni prima senza invalidità o Legge 104.

La quiescenza per raggiunti limiti di età

Come abbiamo detto la pensione di vecchiaia ordinaria richiede 67 anni di età. In alcuni casi è possibile accedere con meno anni di contributi. Le 3 deroghe Amato, infatti, permettono l’accesso con 15 anni di versamenti. Poi c’è la misura a 71 anni che permette di accedere anche con 5 anni di contributi.

Esiste poi la pensione di vecchiaia anticipata per gli invalidi che permette di accedere a 56 anni per le donne e 61 anni per gli uomini. Con almeno 20 anni di contributi maturati.  Ma fino ad ora nessuno ha mai parlato della pensione di vecchiaia cui è possibile accedere a 64 anni. Ovvero 3 anni prima rispetto a quella ordinaria.

La Legge Dini e le sue regole

La Legge Dini del 1995 ha introdotto il metodo di calcolo contributivo. Un metodo di calcolo che prevede di determinare la pensione spettante solo in base ai contributi effettivamente versati. Applicando al montante contributivo un coefficiente di trasformazione che determina l’ammontare della pensione spettante.

La Legge in questione contiene una serie di misure anche rivolte alle lavoratrici madri. E prevede delle uscite particolari per chi ricade interamente in questo sistema di calcolo.

Pensione di vecchiaia 3 anni prima nel 2023, ecco come e perché

La Legge 335 del 1995 prevede anche una sorta di pensione di anzianità, a 64 anni con 20 anni di contributi. Ma l’articolo 19 della Legge in questione afferma chiaramente che per i lavoratori che ricadono nel sistema contributivo è prevista un’unica pensione: quella di vecchiaia. E che la pensione di vecchiaia, quella di vecchiaia ordinaria e la pensione anticipata rientrano in un’unica prestazione che prende il nome di pensione di vecchiaia.

Di fatto, quindi, la pensione di vecchiaia contributiva con 64 anni di età e con 20 anni di contributi è una pensione di vecchiaia. Che potrà essere richiesta anche nel 2023 visto che la Legge Dini non è stata mai abrogata o modificata sotto questo aspetto. Unica condizione per poterne beneficiare è che l’importo della pensione spettante sia pari o superiore a 2,8 volte l’assegno sociale INPS. Si parla, quindi, di una pensione mensile di circa 702 euro. Se non si raggiunge tale importo la pensione di vecchiaia slitta a 67 o 71 anni.

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