Gli Esperti di Redazione avvertono che è possibile richiedere la pensione di invalidità INPS per chi ha difficoltà a camminare e la protesi all’anca. E ciò perché il soggetto che deambula con fatica solitamente ha problemi nel mantenere l’equilibrio, necessita di assistenza e terapie per ridurre i dolori. I costi da sostenere per ricevere cure e sottoporsi a trattamenti finalizzati a migliorare la qualità dei movimenti sono spesso assai elevati. La possibilità di ricevere un sussidio economico con cadenza mensile garantisce al paziente un aiuto per affrontare al meglio al disabilità.
L’Istituto di previdenza sociale eroga un assegno pensionistico ai contribuenti che versano in condizioni di grave disagio psicofisico. Nell’articolo “Le 2 patologie che danno subito diritto all’assegno di invalidità civile INPS” la Redazione fornisce informazioni relative a specifiche malattie croniche. Esiste un elenco dettagliato di patologie invalidanti che conferiscono il riconoscimento del rateo pensionistico. Le tabelle ministeriali dell’INPS riportano non solo le infermità e le menomazioni, ma anche la valutazione in percentuale dell’invalidità. Analizziamo dunque la procedura per ottenere la pensione di invalidità INPS per chi ha difficoltà a camminare e la protesi all’anca. Preme tuttavia chiarire che non sarà una semplice zoppia a garantire al contribuente il diritto al rateo pensionistico.
Pensione di invalidità INPS per chi ha difficoltà a camminare e la protesi all’anca
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Il soggetto che presenta la disarticolazione dell’anca necessita di una protesi spesso personalizzata che si adatti alle sue specifiche esigenze. La percentuale di invalidità che il medico legale assegna per la disarticolazione dell’anca è pari all’85%. Ne consegue che il paziente potrà inoltrare domanda all’INPS per ricevere l’assegno di invalidità, ma non già il trattamento previdenziale.
Diverso il caso del paziente che subisce una emipelvectomia, ossia una delle peggiori amputazioni degli arti inferiori. Ciò perché l’emipelvectomia comporta la perdita totale della gamba quindi di tutte le articolazioni e dell’emibacino. In tal caso, la patologia è talmente invalidante che il paziente riceve dai medici della Commissione INPS il riconoscimento dell’invalidità totale. Accanto al 100% di invalidità, al soggetto con emipelvectomia matura il diritto all’assegno di accompagnamento. E ciò perché non sempre il paziente con protesi per emipelvectomia riesce a deambulare autonomamente, spesso accade infatti che abbia bisogno dell’aiuto di terzi.