Pensione di invalidità e accompagnamento sono la stessa cosa? Questa è una domanda che spesso si pongono i numerosi contribuenti intenzionati a capire meglio come funzionano i sussidi per gli invalidi. In questo articolo, gli esperti di Diritto e Fisco di PdB vi illustreranno le differenze che intercorrono tra queste due forme di sostegno economico.
Come orientarsi in maniera corretta tra le due forme di sussidio
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Nella grande e vasta dimensione degli aiuti e sostegni che lo Stato offre ai contribuenti cui si associa un certo grado di invalidità troviamo: la pensione di invalidità civile e l’assegno di accompagnamento. Spesso, coloro che non hanno chiara la differenza tra i due sussidi, non sanno quando siano in possesso dei requisiti per la richiesta e l’ottenimento.
Pensione di invalidità e accompagnamento sono la stessa cosa dunque? La risposta è negativa. Si tratta di due forme distinte di aiuto alla persona invalida che presuppongono finalità e condizioni differenti. Quando, allora, è possibile ottenere l’una o l’altra?
Come funziona la pensione di invalidità e a chi spetta
Secondo quanto stabilisce la Legge n. 118 del 30 marzo 1971 l’invalidità civile è un istituto che si riconosce alla persona invalida. Ma invalida cosa significa? La persona invalida civile è quella che ha un’età compresa tra i 18 e i 65, è cioè in età lavorativa, ed incapace di svolgere la normale attività lavorativa. In relazione al grado di invalidità che si riconosce alla persona lo Stato garantisce una serie di diritti. La soglia minima di invalidità perché si ottenga il riconoscimento di alcuni diritti corrisponde al 33%. Per sapere a cosa si ha accesso con il 33% di invalidità è possibile consultare la pagina qui. Solitamente, l’INPS garantisce delle forme di sussidio economico, tra cui la pensione di invalidità, a partire da una invalidità del 74%. Tale tipologia di sussidio, spetta alla persona invalida che versi anche in una condizione economica e reddituale di difficoltà.
A cosa serve l’assegno di accompagnamento e chi può ottenerlo
Per quanto riguarda l’assegno di accompagnamento, quest’ultimo spetta soltanto alle persone che abbiano una invalidità del 100%. Questo requisito, però, non è l’unico sufficiente. Come indica il termine stesso, infatti, l’assegno di accompagnamento si riserva a chi è impossibilitato a deambulare senza l’aiuto di un accompagnatore. Questo tipo di indennità si corrisponde alla persona con cadenza mensile e non contribuisce alla formazione del reddito. In questo caso, la persona invalida può richiedere l’accompagnamento in aggiunta al sussidio di pensione. A voler essere più corretti, quando si certifica una invalidità del 100%, si ha diritto a quella che si chiama “pensione di inabilità”. A quest’ultima, se sussistono le condizioni, si può in aggiunta richiedere l’assegno di accompagnamento.
Da quanto abbiamo sinora detto, diventa chiara la differenza presente tra le due forme di sussidio.