La materia previdenziale è davvero una materia molto complicata e ricca di norme, misure e strumenti. Molti assolutamente noti, altri invece no. Uno di questi è senza dubbio la cosiddetta totalizzazione. Una misura che consente di utilizzare per la pensione, contributi versati in casse previdenziali diverse. Ed è uno strumento che vale anche per l’estero, o meglio, per periodi lavorati all’estero. Con la totalizzazione un lavoratore può vedere di sfruttare in pieno per la propria pensione tutta la contribuzione accreditata in varie casse previdenziali, sia italiane che estere purché in Stati dell’area UE.
Pensioni, cos’è la totalizzazione dei contributi e come utilizzarla
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È stato il Decreto numero 42 del 2006 ad introdurre lo strumento della totalizzazione. Uno strumento che permette di utilizzare, sommando, la contribuzione che il lavoratore ha versato in più casse previdenziali, durante la sua carriera. Con la totalizzazione la pensione eventualmente erogata è calcolata pro quota. Una specie di puzzle, con la pensione totale formata da tanti piccoli pezzi (quote) quante sono le casse previdenziali dove il lavoratore ha versato. Ed ogni quota è calcolata con le regole della cassa interessata. Le quote sommate daranno una pensione unica liquidata dalla cassa prescelta dal lavoratore.
La totalizzazione dei periodi versati all’estero
Si tende sempre a sottolineare quando i contributi non valgono per la pensione e perché l’INPS non li considera. Ma è vero pure l’esatto contrario, cioè quando i contributi valgono pur se versati in casse diverse e perfino all’estero. È questo il principio cardine della totalizzazione introdotta col DL 42/2006. Lo strumento è valido per qualsiasi periodo di contribuzione versato in Stati membri dell’Unione Europea. È fondamentale in questo caso, che nello Stato in cui il lavoratore ha versato la contribuzione, venga applicata la normativa europea sui pari diritti previdenziali, assicurativi e sociali. Inoltre serve che in ogni Stato così come in ogni cassa il lavoratore abbia raggiunto il periodo minimo di contributi versati. Per la pensione con contributi esteri quindi, può essere sfruttata anche la totalizzazione che in questo caso è definita internazionale.
Pensione con contributi esteri e come sfruttare il massimo dalla totalizzazione
La totalizzazione, sia tra casse italiane che estere, non prevede il trasferimento di tutti i contributi versati nei confronti della cassa che provvederà materialmente a liquidare la prestazione. Il vincolo della contribuzione minima che un lavoratore deve avere nello Stato in cui si chiede una prestazione è pari ad un anno intero, cioè 52 settimane. Un periodo non certo impossibile da centrare che rende la misura facile da utilizzare.
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