Per molti nati nel 1958 il 2023 sarà l’anno della scelta. Il 2023 per loro sarà l’anno del compimento del 65° anno di età e gli interessati si potrebbero trovare di fronte ad un bivio. Cioè, potranno sfruttare due vie per lasciare il lavoro già a questa età senza aspettare di raggiungere i 67 anni di età e godendo di un assegno ponte fino alla pensione.
La doppia via è offerta dall’INPS. Si tratta di una specie di pensione o di un tipico ammortizzatore sociale. Oggi approfondiremo l’argomento andando a capire quale delle due vie è quella più utile, ben sapendo però che molto cambia da caso a caso.
Pensione anticipata o ammortizzatori sociali per chi compie 65 anni, ma come?
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Raggiungere i 65 anni di età senza aver maturato il diritto ad una pensione anticipata è un caso assai comune. Ci sono lavoratori che hanno maturato 36 anni di contributi versati e che nel 2023 compiranno il 65° anni di età. Questa età con l’aggiunta di una carriera di 36 anni di versamenti, e lo svolgimento di una attività lavorativa gravosa, da diritto alla pensione con l’APE sociale. A volte possono bastare anche 30 anni, perché per invalidi, caregivers e lavori gravosi l’APE si centra con una carriera più corta. Un lavoratore che viene licenziato dal proprio datore di lavoro, magari dalla propria impresa edile per cui lavorava, a gennaio 2023, se ha già 65 anni di età e 36 di contributi versati potrà scegliere se andare in disoccupazione o andare in prepensionamento con l’APE sociale.
Cosa significa APE sociale e cosa significa NASPI
In pensione anticipata o ammortizzatori sociali fino ai 67 anni, questa la scelta davanti la quale si trovano quanti a partire dal prossimo gennaio si troveranno con età e contribuzione come quella prima citata. Ma occorre anche che si arrivi ad essere licenziati. Infatti la NASPI è l’indennità per disoccupati che l’INPS eroga a chi perde involontariamente il lavoro. E se un lavoratore viene licenziato dopo almeno 4 anni di servizio consecutivo, può godere di 24 mesi di indennità. Un 65enne però ha l’età ideale per farsi accompagnare alla pensione di vecchiaia dall’APE sociale.
Infatti bastano 63 anni di età e 30 o 36 anni di contributi per l’Anticipo pensionistico sociale dell’INPS. Ma a 65 anni un lavoratore può scegliere se sfruttare tutta la NASPI o l’APE. Nel primo caso occorre fare i conti con un assegno pari al 75% circa dello stipendio medio degli ultimi 4 anni. Con l’APE invece si può prendere una pensione liquidata in misura consona ai contributi accumulati alla data di uscita dal mondo del lavoro. Con la NASPI però si può godere anche di due anni di contributi figurativi in più, essendo la NASPI una misura coperta da questo genere di contribuzione.