Fine anno, ormai, è vicina. E con l’avvicinarsi del termine del 2022, incombe sui lavoratori anche la scadenza della Quota 102 e delle attuali proroghe di APE sociale e Opzione donna. Tre misure che, fino ad oggi, hanno permesso di prendere le distanze dai rigidi requisiti previsti dalla Legge Fornero per accedere alla pensione. Senza un intervento normativo di fine anno, quindi, dal prossimo anno si torna alle due misure di pensionamento previste dalla normativa previdenziale. Ma la pensione anticipata 62 più 30 potrebbe essere l’ipotesi vincente.
Le ipotesi e gli scenari per il 2023
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Nell’ultimo anno moltissime sono state le ipotesi avanzate per inserire una uscita flessibile nel sistema previdenziale. Ma, come ben sappiamo, le priorità dell’esecutivo sono state altre e legate a temi molto più urgenti. Proprio per questo il tavolo di confronto sulle pensioni è stato, in parte, accantonato.
Ma le proposte sono continuate. E accanto alla sempre desiderata Quota 41 per tutti, troviamo la pensione a 62 anni con le Quote proposta dal presidente dell’INPS Pasquale Tridico. Ma in questo caso è previsto che si possa andare in pensione a 62/63 anni solo con la quota contributive della pensione. E ricevere, poi, la quota contributiva solo al compimento dei 67 anni.
62 più 30 una proposta che accontenterebbe tutti
La cosiddetta Quota 92, invece, era stata proposta la scorsa primavera dall’ex Ministro Graziano Delrio. La misura consentirebbe l’accesso alla pensione a 62 anni. E questo accontenterebbe sia i sindacati che i lavoratori. E occorrerebbero, per l’accesso, solo 30 anni di contributi.
Una misura, quindi, che sarebbe più accessibile della Quota 100 e dell’APE sociale e che potrebbe coinvolgere, davvero una ampia platea di lavoratori. E che potrebbe essere anche uno dei modi più gettonati per andare in pensione prima. Per molti, infatti, proprio l’innalzamento dell’età di accesso alla pensione potrebbe essere un errore che farebbe ristagnare il Paese.
Pensione anticipata 62 più 30, la quota 92 che dà garanzie ai giovani
Avvantaggiati da questa misura sarebbero i lavoratori bisognosi di una tutela come le donne e chi svolge lavoro gravoso e usurante. Ma allo stesso tempo la Quota 92 potrebbe avvantaggiare i più giovani permettendogli, finalmente, l’accesso al mondo del lavoro.
Ovviamente accedere a questo tipo di pensione avrebbe un costo e lo stesso lo dovrebbe pagare lo stesso lavoratore. Si parla di penalizzazioni, quindi, che potrebbero prevedere un taglio del 3% per ogni anno di anticipo. E considerando che l’anticipo massimo concesso dalla misura sarebbe di 5 anni si andrebbe incontro ad una penalizzazione del 15% circa. Ma c’è anche chi parla di un ricalcolo interamente contributivo della misura. Ma in questo caso ad essere maggiormente penalizzati sarebbero coloro che hanno più anni di contributi versati ante 1996.
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