Oltre alle pensioni aumentate, c’è anche un’altra importante novità per i pensionati che hanno debiti e temono un pignoramento. Questa riguarda anche alcune esecuzioni anteriori alla nuova. Disposizione normativa. Ecco di cosa si tratta.
L’aumento del costo della vita ha messo in crisi non solo tantissime famiglie e lavoratori ma anche tantissimi pensionati. Nonostante gli aumenti delle stesse, infatti, l’inflazione sta mettendo a dura prova soprattutto le famiglie la cui unica fonte di reddito è la pensione. Spesso questa non è sufficiente a fronteggiare tutte le spese quotidiane soprattutto quando si aggiungono visite mediche specialistiche non coperte dal Servizio Sanitario. Per questo sono tanti i pensionati costretti a ricorrere a finanziamenti o a prestiti per riuscire ad arrivare alla fine del mese in maniera dignitosa. Tuttavia può accadere che nonostante gli enormi sacrifici, si sia impossibilitati a coprire le rate o comunque a pagare debiti precedentemente contratti.
L’idea di vedersi pignorare la pensione può davvero terrorizzare e sono tanti a chiedersi in quale misura i creditori possano aggredirla. Il nostro legislatore nonostante le pretese fondate dei creditori pone dei limiti, in quanto al pensionato debitore si garantisce sempre un determinato importo. Ciò al fine di garantire al pensionato debitore un’esistenza comunque decorosa.
Se hai la pensione accreditata sul conto o sul libretto niente paura perché aumenta il limite di pignorabilità
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Pertanto il legislatore ha previsto un limite di impignorabilità con l’art.545 del cpc, recentemente modificato favorendo ancor di più i pensionati dal Decreto Aiuti-bis. Quest’ultimo infatti ha previsto infatti due importanti novità:
- il limite d’impignorabilità non è più pari alla massima misura mensile dell’assegno sociale aumentato della metà, bensì corrisponde al doppio della misura massima dell’assegno sociale;
- il limite minimo di impignorabilità è di 1.000 euro, quindi possono pignorarsi le somme eccedenti i 1.000 euro.
L’importo dell’assegno sociale per il 2022 è stato pari ad euro 469,03. Mentre per il 2023 esso, nella sua misura piena, è pari ad euro 503,27 per 13 mensilità. Il nuovo limite di impignorabilità si applica anche sui processi pendenti a partire dal 22 settembre 22, data di entrata in vigore della Legge 142/2022. Pertanto coloro che hanno la pensione accreditata sul conto o sul libretto non dovranno temere pignoramenti se hanno 1.000 euro depositati.
Che cosa accade ai processi pendenti grazie alle ultime novità legislative
Questa novità pertanto si applica anche ai procedimenti pendenti come precisa l’INPS nella circolare n.38 del 3 aprile 2023. Ovvero a quei pensionati che si sono visti già notificare il pignoramento ma non è ancora stata notificata all’INPS, quale terzo esecutato, l’ordinanza d’assegnazione somme. Tale ordinanza rappresenta l’atto conclusivo dell’esecuzione forzata. Pertanto per le procedure per cui sia già stata notificata l’ordinanza di assegnazione l’INPS è obbligato ad eseguire le disposizioni contenute in quest’ultima. Infatti, come precisa l’Istituto nella predetta circolare, la data di notifica dell’ordinanza prima del 22 settembre scorso deve intendersi atto perfezionativo del pignoramento presso terzi. Ciò vale anche se il provvedimento è in attesa di esecuzione.