Le pensioni in Italia hanno numerosissime misure e vie di uscita. Da quelle ordinarie, alle deroghe, dalle pensioni collegate alle invalidità, alle misure recentemente prorogate. Ogni misura ha le sue buone regole. Ed ogni strumento ha i suoi requisiti e le sue particolarità. Oggi il nostro consueto focus si concentra sulle finestre di decorrenza della prestazione pensionistica.
Ci sono misure che non prevedono il meccanismo a finestra. Altre invece lo prevedono e bisogna comprendere cosa fare. Perché dal momento in cui un soggetto matura il diritto alla pensione, possono passare molti mesi prima di poter prendere effettivamente la pensione. E mesi senza pensione per chi ha lasciato il lavoro, non sono facilmente digeribili. Soprattutto oggi con crisi economica ed inflazione a farla da padroni.
Pensione a 62 anni nel 2024, ma te la danno dopo tanti mesi
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Una misura che ha nelle finestre di decorrenza un principio basilare, è un trattamento che consente di prendere la prima pensione solo in un momento prestabilito che non dipende dal pensionato. Per capire ciò di cui parliamo, niente di meglio che comprendere come l’INPS paga la pensione di vecchiaia ordinaria. In questo caso non serve attendere nulla. La pensione è liquidata dal primo giorno del mese successivo a quello in cui si maturano età e contributi.
Quindi, dal primo giorno del mese successivo a quello in cui l’interessato raggiunge sia i 67 anni di età che i 20 anni di contributi. Per esempio, chi compie 67 anni di età in questo mese di febbraio 2024, potrà prendere la pensione, se ha già almeno 20 anni di contributi, dal primo marzo prossimo. La Quota 103 invece non offre questa chance così velocemente. Infatti la misura ha delle finestre piuttosto lunghe, soprattutto in questo 2024. Significa che anche maturando determinati requisiti, il pensionato andrà all’incasso solo quando lo prevede la normativa.
Anche 9 mesi di attesa, ecco a chi tocca questo peso
La Quota 103 è una misura che permette il pensionamento a 62 anni di età una volta raggiunti i 41 anni di contributi versati. Ma le finestre spostano la data del primo accredito del trattamento. Non più la pensione dal primo giorno del mese successivo a quello del compimento dei requisiti. Con la quota 103 la distanza dalla maturazione del diritto all’incasso del primo rateo è notevole. Nel 2024 bisogna attendere 7 mesi se il richiedente è un lavoratore del settore privato e 9 mesi se il lavoratore è del settore pubblico. Queste nuove finestre rappresentano uno dei peggiori inasprimenti alla misura introdotti dalla Legge di Bilancio.
Infatti per i lavoratori del settore privato, tanto autonomi che dipendenti, la finestra della Quota 103 (ma anche delle vecchie Quota 100 e Quota 102) fino al 2023 era di soli 3 mesi. Nel pubblico invece era di 6 mesi. Adesso bisogna attendere di più, con buona pace di chi vorrebbe lasciare il lavoro subito. Quindi, in pensione a 62 anni nel 2024, ma come abbiamo visto, un lavoratore statale dovrebbe arrivare a 62 anni e 9 mesi per prendere il primo assegno.