Andare in pensione nel 2023 non sarà più facile di prima perché il Governo Meloni non ha introdotto nessuna riforma del sistema, nessuna flessibilità e nemmeno nuove misure che anticipano di molto la quiescenza. Nemmeno la Quota 103 può essere considerata una misura innovativa e di pensionamento anticipato come quelle di cui da tempo si parla. Infatti ha dei requisiti piuttosto stringenti anche se partendo da una età abbastanza bassa.
Il sistema previdenziale è arrivato ad un bivio soprattutto perché ormai il sistema contributivo è diventato prioritario rispetto al precedente. E la riforma delle pensioni che forse, per questioni di tempi tecnici, non è stata varata nella Legge di Bilancio attuale, farà capolino nel 2023, per entrare in funzione nel 2024. Ma con quali misure?
Pensione a 61 anni nel 2023 o nel 2024, ecco perché è fattibile
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Nel sistema contributivo la pensione di un lavoratore è calcolata in base all’ammontare dei contributi da lui versati durante gli anni di carriera. In pratica, più anni di lavoro si svolgono, più contributi si versano. E per conseguenza, più alta la pensione che il lavoratore finisce con il prendere. Evidente che è nell’interesse del lavoratore lavorare di più per raggiungere una pensione più alta. Un meccanismo che è alla base della flessibilità in uscita. I sindacati da anni annoverano tra i loro cavalli di battaglia la flessibilità come principio fondamentale del futuro sistema pensioni italiano. E la flessibilità che per i sindacati parte dai 62 anni di età con 20 anni di contributi potrebbe essere corretta partendo addirittura a 61 anni.
Naturalmente issando la carriera contributiva necessaria che a 20 anni appare troppo bassa. E si potrebbe ripartire da una ipotesi che era stata oggetto della prima lavorazione della Legge di Bilancio 2022. Una Quota 100 flessibile era una delle ipotesi più gettonate.
Smettere di lavorare a 61 anni purché si arrivi a Quota 100
Sono tanti anni ormai che il sistema italiano per le pensioni ha misure per quotisti. Ma si tratta di misure a Quota, ma senza la giusta flessibilità. La Quota 100, la Quota 102 e la Quota 103, sono tutte misure che fissando una soglia minima di età ed una altrettanto minima età contributiva, non possono essere considerate misure a Quota perfetta. E probabilmente misure perfette non potranno essere inserite nel sistema nemmeno in futuro dal momento che si tratta di misure ideali e piuttosto costose per le casse dello Stato.
Una Quota 100 perfetta sarebbe quella che consente a chiunque di accedere alla pensione raggiungendo la cifra di 100 sommando età e contributi. Non fissando naturalmente limiti ad età e contributi. Per assurdo potrebbe andare in pensione un lavoratore a 58 anni di età con 42 anni di contributi così come un lavoratore a 65 anni con 35 di contributi.
La riforma delle pensioni e le due misure che risolverebbero i problemi
Pensione a 61 anni nel 2023 o nel 2024 è il sogno di tutti che resterà tale almeno per il 2023. Infatti non è azzardato pensare che una pensione flessibile a partire dai 61 anni potrebbe affiancare nel 2024 la Quota 41 per tutti senza limiti di età. A 61 anni potrebbero uscire quanti raggiungono 39 anni di contributi. A 62 anni ne basterebbero 38 ed a 63 sufficienti sarebbero 37.