Pensione 2023 senza riforma e gli scenari possibili se si torna alla Fornero

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Quando si arriva vicini al compimento dei 60 anni è più che naturale iniziare a pensare alla quiescenza. Dopo una vita di sacrifici e lavoro si attende con ansia il meritato riposo con il pensionamento. Ma in Italia i lavoratori, in questo senso, vivono momenti di grandi incertezze. La nostra normativa previdenziale, infatti, è in continuo divenire con misure sperimentali che scadono dopo qualche anno. Con proroghe che prolungano periodicamente altre misure.

E con continue richieste di una abolizione definitiva della Legge Fornero, troppo rigida e che non permette anticipi a chi non ha lavorato moltissimi anni. In questo momento l’attenzione di tutti i lavoratori è focalizzata sulla riforma pensioni. Perché senza un intervento del Governo in tal senso il pensionamento dal 2023 potrebbe subire importanti modifiche. La pensione 2023 senza riforma e gli scenari che si prospettano fanno pensare ad interventi diversi. Vediamo quali.

Se non si riesce a fare la riforma quali strade?

La caduta del Governo Draghi mette in serio pericolo la riforma del sistema previdenziale. E, senza un intervento, si tornerebbe alla sola Legge Fornero. Tutta una serie di riforme in programma, infatti, subiranno una seria frenata. L’esecutivo, in questa fase, potrebbe incontrare serie difficoltà a portare a termine quanto iniziato. Lo stesso Draghi lo scorso 20 luglio aveva sottolineato la necessità di una riforma che permettesse una maggiore flessibilità.

Se entro il 31 dicembre 2022 non si prendono provvedimenti le uniche due opzioni di pensionamento tornerebbero ad essere:

  • la pensione a 67 anni, quella di vecchiaia per cui servono almeno 20 anni di contributi;
  • la pensione anticipata ordinaria che non dipendente dall’età ma solo dal raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi (per le donne un anno in meno).

Pensione 2023 senza riforma e gli scenari possibili se si torna alla Fornero

Tra qualche mese la Quota 102 scade e senza un rapido intervento il rischio è veramente quello di tornare alle misure sopra descritte. Quali possono essere, a questo punto, gli scenari possibili? Le tempistiche elettorali stringono i tempi di una eventuale riforma delle pensioni. E questo potrebbe portare ad una momentanea proroga della Quota 102 accompagnata, magari, da un prolungamento anche dell’APE sociale e dell’Opzione donna.

Ma un altro scenario possibile potrebbe essere anche l’accettare la proposta ipotizzata da Pasquale Tridico. Il presidente dell’INPS, infatti, aveva proposto una pensione a due fasi:

  • a 62 o 63 anni la liquidazione della sola quota contributiva della pensione;
  • al compimento dei 67 anni l’aggiunta anche della quota retributiva.

In questo modo si permetterebbe una maggiore flessibilità in uscita (con 4 o 5 anni di anticipo) senza pesare troppo sulle casse dello Stato. La misura proposta da Tridico, richiedendo solo 20 anni di contributi, coinvolgerebbe un’ampia platea di possibili beneficiari. Che potrebbe accompagnarsi, tra l’altro, anche alla proposta di riscatto gratuito della Laurea.

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