Il fallimento della Silicon Valley Bank ha allarmato tutto il settore bancario mondiale, nonostante non sia una delle banche più grandi negli Stati Uniti. Si teme un effetto a catena sul sistema bancario globale. Ma quali ripercussioni potrebbe avere il fallimento di questa banca statunitense sui risparmiatori italiani e sulle banche del nostro Paese? Esiste il rischio che alcuni risparmiatori italiani perdano i loro soldi?
La Silicon Valley Bank è una banca specializzata in finanziamenti per startup tecnologiche. Il 10 marzo ha dichiarato lo stato di insolvenza, scatenando il panico in ambito bancario e finanziario. Questo evento ha fatto tornare alla mente la crisi del 2008. Allora il fallimento della banca Lehman Brothers causò un effetto a catena che coinvolse tutto il sistema bancario mondiale. Solo l’intervento massiccio dello Stato americano evitò un crollo completo del sistema.
Effetto cascata nel sistema bancario italiano: quanto è probabile dopo il fallimento della Silicon Valley Bank?
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Venerdì 10 marzo le Borse statunitensi ed europee hanno chiuso con pesanti perdite, evidenziando la possibilità di un effetto cascata nel mercato. I primi segnali negativi in Europa si sono manifestati nel Regno Unito. Qui la filiale inglese della Silicon Valley Bank è fallita e l’istituto HSBC ha acquistato l’istituto per 1 sterlina in meno di 48 ore. Ma quanto è probabile che questo scenario si verifichi nel sistema bancario italiano? Qual è il rischio per i correntisti italiani?
Per ora in Italia sembra che il rischio sia scongiurato. Gli effetti diretti del fallimento della banca americana sul nostro sistema bancario sono minimi, se non nulli. Tuttavia, le cause che hanno portato al fallimento della SVB, ovvero l’aumento dei tassi di interesse, potrebbero causare problemi anche al nostro sistema bancario. In Europa, infatti, anche la BCE sta adottando una strategia di rialzo del costo del denaro, che potrebbe avere effetti negativi nel medio termine.
Paura tra le banche, ecco chi deve temere in Italia
Il rischio di fallimento di una banca in Italia è una possibilità concreta, anche se non si tratta del caso della Silicon Valley Bank. Negli ultimi anni, molti istituti italiani hanno dichiarato insolvenza, anche nell’ultimo decennio. Tuttavia, i correntisti delle banche in Italia sono protetti fino a 100.000 euro grazie al FITD, il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi. In caso di fallimento di una banca, solo i depositi al di sopra di questa cifra sono a rischio di perdita. Pertanto, coloro che hanno meno di 100.000 euro sul conto bancario possono dormire sonni tranquilli.
Tuttavia, con la diffusione della paura tra le banche, ecco che gli investitori in titoli azionari bancari potrebbero essere preoccupati. Il 10 marzo, il titolo di Intesa Sanpaolo ha ceduto quasi il 2%, mentre quello di Unicredit ha perso quasi il 3%. Coloro che hanno in portafoglio questi e altri titoli dovrebbero monitorare attentamente l’evoluzione dei prezzi nelle prossime sedute. Seguendo con attenzione quanto accade in USA e i riflessi dell’evoluzione della situazione sui prezzi dei titoli in portafoglio, in particolare quelli bancari.