Il terzo tentativo del 2022 di superare area 220 euro sembrerebbe ancora una volta destinato al fallimento. Ecco, quindi, che si potrebbe concretizzare un pattern da paura per una big del Ftse Mib come Ferrari.
Pattern da paura per una big del Ftse Mib: queste sono le indicazioni dell’analisi grafica
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L’ultima volta che ci siamo occupati del titolo Ferrari avevamo titolato l’articolo in modo abbastanza emblematico La Ferrari non corre veloce in pista, ma in Borsa è tutta un’altra storia. Da quel momento è partito un rialzo che è durato ben 37 sedute, portando le quotazioni da un’area di minimo a 180 euro a un’area di massimo a 220 euro. Ancora una volta, però, come già capitato ad aprile e ad agosto, quest’area di resistenza sembrerebbe avere avuto la meglio sui rialzisti.
Nel corso della seduta dell’8 dicembre, infatti, abbiamo assistito a due eventi importanti. Primo, il nostro oscillatore SwingTrading Indicator ha dato un segnale di vendita. Secondo, la media più veloce (la linea blu sul grafico) ha cambiato la sua direzione ponendo le basi per un’inversione ribassista nei prossimi giorni.
Qualora questo scenario si dovesse concretizzare potremmo assistere a una veloce accelerazione ribassista.
È interessante notare che da quando il titolo è stato quotato nel 2016 su sei anni (fino al 2021), 5 sono stati al rialzo e uno invariato. Fino a ora il 2022 vede un ribasso rispetto a inizio anno di circa l’8%.
Intanto il titolo Ferrari (MIL:RACE) ha chiuso la seduta dell’8 dicembre in ribasso dello 0,38%, a quota 209,1 euro, rispetto alla seduta precedente.
Le indicazioni dell’analisi fondamentale e le raccomandazioni degli analisti
Qualunque sia la metrica utilizzata, la valutazione basata sui multipli di mercato restituisce un titolo sopravvalutato di almeno il 50%. Questa condizione, però, non deve spaventare. Nella sua storia, infatti, le quotazioni Ferrari sono sempre state sopravvalutate, ma questo non ha impedito al titolo di realizzare una performance di oltre il 500% da quando la società è stata quotata.
Anche gli analisti, sebbene in misura minore, non sono molto positivi sul titolo. Come riportato sulle riviste specializzate, infatti, il prezzo obiettivo medio esprime una sottovalutazione di solo il 10%.