Patrimoniale sui risparmi o imposta sui conti correnti. La ricchezza degli italiani torna in pericolo

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Si comincia parlare di fase 2. Quella fase in cui le attività sociali ed economiche in Italia torneranno lentamente alla normalità. E si torna a pensare a soluzioni per recuperare risorse finanziarie utili per sostenere la ripresa economica. Il dibattito, specialmente quello politico, si sta accendendo.Patrimoniale sui risparmi o imposta sui conti correnti, la ricchezza degli italiani torna in pericolo. Vediamo perché.

Patrimoniale sui risparmi o imposta sui conti correnti. La ricchezza degli italiani torna in pericolo

A gettare il sasso nello stagno ci ha pensato l’onorevole Pier Ferdinando Casini. In una intervista alla trasmissione Agorà ad una domanda su cosa ne pensasse di una possibile patrimoniale ha dato la sua opinione.“Se mi chiedono– ha detto Casini –di pagare una patrimoniale io lo faccio, credo sia giusto. Chi più ha, più deve dare”.

All’onorevole Casini ha fatto eco dalle colonne dell’Huffington Post la senatrice, PaolaNugnes. La senatrice è favorevole alla patrimoniale perché “le società capitaliste sarebbero ingiuste e produrrebbero molteplici scarti, tra cui umani”.

Ma voci arrivano anche dal Governo e sono dichiarazioni autorevoli del viceministro dell’economia (MEF)Antonio Misiani rilasciate in una intervista a Radio 24. Il viceministro riferendosi ai 1400 miliardi di euro depositati sui conti correnti dagli italiani ha dichiarato che occorre “fare uno sforzo importante per mobilitare le risorse ferme”. Misiani ha detto di non pensare a un prelievo forzoso ma ad una “alleanza tra risparmiatori, Stato e sistema produttivo”. Che genere di alleanza? In molti risparmiatori iniziano a domandarselo.

Quanto si ricaverebbe da un prelievo forzoso sui conti correnti?

Patrimoniale sui risparmi o imposta sui conti correnti o alleanza tra risparmiatori, Stato e sistema produttivo?La ricchezza degli italiani torna in pericolo? Riflettendo sulla alleanza viene in mente ciò che pensano dello Statola maggior parte degli imprenditori, professionisti e lavoratori. Un socio al 50%, che ti preleva la metà di ciò che guadagni con le imposte. E poi non solo non ti ringrazia ma fa di tutto per cercare di ostacolarti attraverso la burocrazia.

Ma siamo sicuri che una patrimoniale, un prelievo forzoso sui conti correnti, o qualsiasi forma di tassazione sul risparmio degli italiani sia una soluzione? Proviamo a fare un paio di calcoli. Immaginiamo una tassazione una tantum sui conti correnti.I soldi in giacenza nelle banche sono circa 1400 miliardi, come ha detto il viceministro. Una imposta una tantum dell’1% (fu dello 0,6% quella di Amato nel 1992), permetterebbe allo stato di recuperare 14 miliardi. Da una vasca piena d’acqua (il debito), sarebbe come levare un paio di bicchieri.

Come funzionerebbe una patrimoniale?

Con la patrimoniale si va a tassare il patrimonio degli italiani, ovvero la ricchezza accumulata in liquidità, titoli finanziari, immobili, terreni, ecc. Questa ricchezza viene stimata in Italia in circa 10mila miliardi. Supponendo di imporre una tassa patrimoniale dell’1% si ricaverebbero 100 miliardi. Meno se si introducesse una soglia di esenzione. Appena la cifra che serve a coprire l’emergenza economica causata dal coronavirus. Ne vale la pena?

Nel 2011 una patrimoniale la mise il Governo Monti, su abitazioni e imbarcazioni. Risultato: calo dei prezzi delle abitazioni, che stiamo patendo ancora adesso. E immatricolazioni all’estero delle imbarcazioni, con crisi di tutto il settore, fino ad allora uno dei più fiorenti in Italia.

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