Patrimoniale e fondi europei per finanziare il taglio dell’IVA eventuale. In conferenza stampa il Premier Conte ha annunciato un possibile taglio dell’IVA. L’Imposta sul Valore Aggiunto di beni e servizi la cui aliquota massima in Italia raggiunge il 22%. Una proposta che non ha accolto i favori di parte delle forze politiche della maggioranza. Men che meno di quelle dell’opposizione. Ma soprattutto ha visto i dubbi di Bankitalia.
Ma un eventuale taglio dell’IVA che dimensioni avrà e quanto durerà? E soprattutto quanto costerà e come sarà finanziata?
Come funzionerebbe un eventuale taglio dell’IVA
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Secondo indiscrezioni il taglio dell’IVA potrebbe riguardare i settori più colpiti dalla emergenza, come turismo, ristorazione, abbigliamento e anche il comparto auto. Il taglio potrebbe essere di circa la metà. La proposta verrebbe inserita nelle Legge di Bilancio per il 2021 e scatterebbe da gennaio. Rimarrebbe in vigore 2 anni, il prossimo e il 2022. Inoltre il taglio si applicherebbe solo ai beni acquistati con moneta elettronica.
Ma quanto costerebbe? E questa è la prima nota dolente. Secondo i primi calcoli, una misura di questo tipo potrebbe costare tra 5 e 10 miliardi di mancati incassi da parte dello Stato. Non poco anche perché i benefici in termini economici sono tutti da calcolare. Infatti il ministro delle Finanze e dell’Economia Gualtieri frena sulla proposta.
E poi sorgerebbe il problema di come finanziare le mancate entrate. E allora si avanza l’ipotesi di una patrimoniale e fondi europei per finanziare il taglio dell’IVA eventuale
Patrimoniale e fondi europei per finanziare il taglio dell’IVA eventuale
Come reperire il costo dell’operazione? Il taglio dell’IVA porterà necessariamente ad una riduzione delle entrate fiscali sulla parte delle imposte indirette. E anche se i consumi crescessero in modo tale da più che compensare il costo del taglio, questo avverrà nel lungo periodo. Nel breve occorrerà compensare i miliardi in meno che entreranno nelle casse dello Stato.
Una nuova tassa patrimoniale e i fondi del Recovery Fund che arriveranno a marzo saranno destinati a finanziare l’operazione. E’ solo una ipotesi, ma verosimile. Con un taglio dell’IVA sarà socialmente più facile fare passare una imposta patrimoniale. Specialmente se avrà forma del contributo di solidarietà proposto ad aprile da Delrio, capogruppo in Parlamento del Partito Democratico. Una misura che potrebbe scattare solamente sopra un certo livello di reddito. E che avrà anche il pregio di essere proprio un contributo di solidarietà di chi ha di più verso chi ha di meno.
E’ probabile che strutturata così non avrà un grande gettito, perché la base imponibile è ridotta. Il resto dei fondi mancati dall’operazione taglio dell’IVA saranno attinti dal fiume di denaro che arriverà con il Recovery Fund. Sempre che la Commissione europea lo permetta.