Ogni cittadino italiano deve fare i conti ogni anno con tasse, imposte e tributi. Per questo ogni cittadino si chiama contribuente. E in Italia quella che genericamente si chiama tassazione, è tra le più alte tra i Paesi occidentali. Per questo tutti cercano una soluzione per pagare di meno. Ed alcune soluzioni esistono, ma spesso non sono usate perché non conosciute.
Pagherà il 20% di TARI e quindi 20 euro ogni 100 chi presenta questa domanda che nessun Comune può rifiutare
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Tasse è imposte per il cittadino medio possono essere considerate la stessa cosa, ma non lo sono. Infatti si tratta di due forme di prelievo fiscale differenti tra loro. Imposta è ciò che un cittadino versa allo Stato a prescindere da eventuali servizi sfruttati. Per esempio l’IMU o l’IRPEF sono due imposte, da pagare anche se non è chiaro cosa il cittadino sfrutta dopo il pagamento. Le tasse invece sono una specie di corrispettivo da versare come quota partecipativa alla spesa pubblica, per un servizio ricevuto.
Il tipico esempio di tassa è quella sullo smaltimento dei rifiuti. Lo Stato per il tramite di un Comune offre questo servizio ai cittadini. Questi ultimi pagano la tassa dando il loro contributo alla spesa pubblica per il servizio ricevuto. La TARI è la tassa che ha sostituito dal mese di gennaio del 2014 le vecchie tasse sui rifiuti, cioè TIA, TARES e TARSU. In tutta Italia ed in ogni Comune i contribuenti pagano la TARI. Essendo una tassa collegata ad un servizio, se quest’ultimo non è offerto come dovrebbe, il contribuente deve pagare lo stesso, ma in misura ridotta. E dal momento che non sono pochi i Comuni italiani in cui c’è l’emergenza rifiuti, non sono pochi i contribuenti che potrebbero godere di un lauto sconto sulla tassa.
Lo sconto dell’80% sulla tassa sui rifiuti
La Legge numero 147 del 2013 stabilisce che nei Comuni dove il servizio di raccolta dei rifiuti è carente, i cittadini possono pagare solo il 20% della TARI. Una legge avvalorata anche da diverse sentenze della Cassazione.
A prescindere dalla motivazione del disservizio, dal momento che lo sconto è imposto dalla legge, nessun Comune può rifiutarlo. Ci sono i Comuni che non ancora appaltato il servizio alla ditta esterna o che hanno difficoltà sulla raccolta differenziata. Oppure ci sono quelli che per scioperi o altri motivi non garantiscono il servizio. O ancora quelli che non garantiscono il servizio a regola d’arte. Sono tra le motivazioni che possono portare allo sconto. Ma nulla è automatico. Infatti i cittadini interessati da queste situazioni devono presentare domanda al Comune a cui la TARI andrebbe pagata.
Pagherà il 20% di TARI solo il cittadino che presenta domanda. Il comune non potrà rifiutare quindi la concessione di questo sconto a prescindere dalla responsabilità o meno che il Comune ha sul disservizio. Stando alle sentenze della Cassazione infatti, ciò che è fondamentale è il rischio della salute pubblica a causa del mancato ritiro della spazzatura. Infatti il contribuente nel richiedere lo sconto non deve dimostrare nessun danno economico subito (disinfestazione per esempio), ma deve soltanto richiamare a certificazioni delle ASL in cui si evince il rischio per la salute pubblica derivante dai problemi con la spazzatura.
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