Il clima vacanziero potrebbe indurci a fare dei piccoli errori che potrebbero costare caro. Ecco perché sarebbe meglio non rischiare.
Per tanti è tempo di andare in ferie e godere del meritato riposo da ansie e stress di tutti i giorni. Partire e andare fuori è il modo migliore per staccare da tutto e rilassarsi lontano dai pensieri e dalle preoccupazioni di tutti i giorni. Sono in tanti che hanno messo da parte dei contanti per pagare il tanto sospirato viaggio programmato per il periodo di ferie.
Si tratta magari di soldi risparmiati o ricevuti come regalo per qualche evento importante. Se stiamo pensando pertanto di attingere ai soldi conservati in un cassetto o meglio ancora nella cassaforte di casa, occhio al Fisco. Infatti nonostante il tetto di utilizzo del contante sia aumentato, la lente d’ingrandimento dell’Agenzia delle Entrate non va mai in vacanza. Infatti nonostante il nostro Governo abbia aumentato il limite al contante portandolo a 5.000 euro, la lotta all’evasione fiscale è sempre in prima linea.
Vuoi pagare una vacanza in contanti? Ecco a cosa stare attenti
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Con l’innalzamento della soglia d’utilizzo dei contanti pertanto potremo tranquillamente pagare fino a 5.000 per qualsiasi bene. Ad esempio potremmo darli come anticipo per l’acquisto di un’autovettura, acquistare un bene di lusso come orologi, borse firmate, gioielli. Ovviamente si potrà anche pagare una vacanza in contanti e spendere fino a 5.000 senza incorrere in sanzioni.
Tuttavia è importante prestare attenzione ad alcuni aspetti, primo fra tutti l’accertamento dell’Agenzia delle Entrate che ha il compito di contrastare comportamenti fiscalmente non corretti. L’attività di controllo del corretto adempimento degli obblighi fiscali dei contribuenti infatti rientra tra i principali compiti istituzionali del predetto Ente. Sono diversi gli strumenti a disposizione dell’Amministrazione finanziaria per effettuare gli accertamenti. Si pensi al Redditometro che consente di risalire al reddito analizzando le manifestazioni di capacità contributiva. In tali casi il contribuente dovrà dimostrare che la disponibilità di beni o servizi è compatibile con le sue risorse. In particolare, dovrà dimostrare che le sue disponibilità provengono da attività legittimamente svolte o da altre fonti lecite.
Cosa accade in caso di controlli da parte del Fisco
L’Agenzia delle Entrate, come detto sopra, utilizza diversi strumenti, come controlli automatizzati delle dichiarazioni fiscali, inviti al contraddittorio, controllo mirati, verifiche fiscali e questionari. L’Agenzia porterà a conoscenza del contribuente le conclusioni cui è giunta l’Agenzia a seguito della sua attività istruttoria. In particolare notificherà degli specifici atti che riporteranno le motivazioni della sua pretesa, le maggiori imposte dovute e le conseguenti sanzioni. Nei medesimi atti si indicheranno anche le modalità per sanare le anomalie riscontrate e per chiedere l’intervento dell’ufficio per l’annullamento in autotutela. Nonché i tempi e le modalità per ricorrere innanzi alle Autorità giudiziarie.
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