La Corte Costituzionale che è il «più giovane tra gli organi costituzionali della Repubblica “nata” con la Costituzione del 1948, ha cominciato a funzionare nel 1956» e con apposita conferenza stampa motiva le ragioni delle decisioni referendarie.
Inammissibilità
Indice dei contenuti
Dopo la bocciatura della proposta referendaria sull’omicidio del consenziente, segue la inammissibilità del quesito sulla Cannabis. E il Presidente della Corte, Giuliano Amato fornisce le spiegazioni. Per la Cannabis, precisa che «il referendum non era sulla Cannabis ma sulle sostanze stupefacenti – prosegue – si faceva riferimento a sostanze che includono papavero, coca, le cosiddette droghe pesanti. E questo era sufficiente a farci violare obblighi internazionali». Allo stesso modo la Consulta ha spiegato anche il perché dell’inammissibilità del quesito sull’omicidio del consenziente, che come già trattato dalla nostra testata, sostanzialmente non sarebbe in sintonia con il principio della tutela della vita umana.
Quattro referendum ammissibili
I quesiti principali che hanno intascato l’ok della Consulta riguardano: l’incandidabilità, le misure cautelari, la separazione delle funzioni dei magistrati e l’elezione dei togati. Nello specifico la Corte Costituzionale tramite comunicato stampa divulgato appena dopo le decisioni prese, ha reso noto 4 specificità. E cioè che ammissibili sono stati i quesiti riguardanti «l’abrogazione delle disposizioni in materia di incandidabilità e la limitazione delle misure cautelari».
Ancora «la separazione delle funzioni dei magistrati e l’eliminazione delle liste di presentatori per l’elezione dei togati del Consiglio Superiore della Magistratura». I cittadini saranno chiamati ad esprimersi in materia la prossima primavera. Intanto uno dei temi posti non avrebbe incassato l’ok anche se il comunicato ufficiale della Corte non vi fa specifico riferimento. Si tratterebbe della responsabilità civile dei magistrati nei casi di errore giudiziario che sarebbe «indiretta». Cioè lo Stato si impegnerebbe a risarcire la parte lesa e poi andrebbe a rivalersi sul magistrato. Il referendum invece sembra ponesse al centro la responsabilità diretta dei giudici.
Operazione trasparenza per la Consulta ed ecco i contenuti dei referendum accolti
A voler tentare di snocciolare adeguatamente i quesiti ammessi a referendum, precisiamo che l’incandidabilità fa riferimento alla cosiddetta Legge Severino. Cioè al divieto di candidatura politica per quanti sono stati destinatari di condanna per mafia, corruzione o terrorismo nonché alla sospensione degli amministratori condannati per reati gravi. La separazione dei poteri invece riguarderebbe la separazione delle carriere tra giudici e PM. Per le elezioni dei togati si punterebbe a candidature libere. L’altro nodo riguarda le misure cautelari per il finanziamento illecito ai partiti e i reati con massimo 5 anni di pena.
La motivazione
La motivazione riportata fa riferimento al fatto che: «i suddetti quesiti sono stati ritenuti ammissibili perché le rispettive richieste non rientrano in alcuna delle ipotesi per le quali l’ordinamento costituzionale esclude il ricorso all’istituto referendario». Operazione trasparenza per la Consulta ed ecco, dunque, i contenuti dei referendum accolti che nel rispetto dei nostri lettori, abbiamo provato a sviscerare per rendere masticabile temi complessi cui saremo chiamati ad esprimere la nostra opinione. Ad esercitare cioè un diritto che è frutto di una dura conquista democratica.