Tra gli obblighi più importanti del datore di lavoro c’è quello di tutelare l’integrità fisica e mentale dei propri dipendenti. Lo prevede sia il codice civile che anche il Decreto Legislativo 81 del 2008. Il codice civile in modo generico, e il Decreto in modo più specifico, prevedono una serie di obblighi in capo al datore di lavoro. Questi obblighi servono ad assicurare che i dipendenti possano prestare la propria attività in un ambiente di lavoro sicuro e protetto. Il codice penale, inoltre, punisce in maniera molto severa il datore di lavoro che ometta di adempiere a questi obblighi di sicurezza sul lavoro.
Non solo ci sono, dunque, delle pesanti sanzioni penali, ma ci possono essere anche importanti risarcimenti di tipo civile. È noto come l’INAIL, quando un dipendente incorra in un infortunio sul lavoro, eroghi un’indennità di una certa entità. La misura dell’indennità dipende dal tipo di incidente e dall’eventuale invalidità che è derivata al lavoratore. È purtroppo possibile che il dipendente muoia a seguito di un incidente sul lavoro. In questo caso la legge prevede la rendita ai superstiti, un istituto che serve a compensare, economicamente, la famiglia per la perdita del proprio caro.
L’indennità e il risarcimento
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Pochi sanno, però, che oltre all’indennità INAIL potrebbe spettare, ai familiari del dipendente defunto, un vero e proprio risarcimento da parte del datore di lavoro. Più in particolare, quando il dipendente muoia a causa di un comportamento colposo del proprio capo. Ad esempio, quando il datore di lavoro ometta di predisporre tutti i mezzi di sicurezza necessari al tipo di lavoro svolto dal dipendente, poi, deceduto.
Lo ha spiegato la Corte di Cassazione con la sentenza 23963 del 2017. Il caso era quello di una donna che chiedeva al titolare dell’azienda dove lavorava il marito, deceduto in occasione di un infortunio sul lavoro, un risarcimento di 160.000 euro. Questa somma doveva coprire il danno non patrimoniale causato alla famiglia dalla perdita del rapporto con il marito e padre. Il datore di lavoro si opponeva alla sentenza dicendo che la famiglia veniva già compensata dall’indennità INAIL in favore dei familiari superstiti.
Oltre all’indennità INAIL potrebbe spettare questa somma di denaro per infortuni
La Corte di Cassazione ha dato ragione alla donna. I giudici hanno spiegato che indennizzo INAIL e risarcimento del danno non patrimoniale sono due somme di denaro assolutamente autonome. Infatti, l’indennizzo INAIL prescinde dalla colpa del datore di lavoro ed è una compensazione alla famiglia per il fatto dell’incidente. Mentre il risarcimento dipende da un comportamento illecito del datore di lavoro. Se questo ha omesso di predisporre le misure di sicurezza necessarie per il tipo di lavoro, dovrà, ove derivi un infortunio, risarcire pienamente il dipendente o la sua famiglia. Il risarcimento si aggiunge, quindi, all’indennità INAIL.
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