Il nostro legislatore tutela le categorie più in difficoltà, si pensi ad esempio alle misure previste per chi ha difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane. Ad esempio l’INPS con mal di testa e depressione potrebbe riconoscere subito 287 euro mensili oltre la Legge 104.
Così come prevede tutele per le persone che si ritrovano ad affrontare un evento molto doloroso nella loro vita, come la morte del coniuge. Un evento doloroso e difficile da affrontare sotto tanti punti di vista. Soprattutto quando oltre a dover affrontare il dolore per la perdita, bisogna affrontare le difficoltà economiche soprattutto quando a lavorare era solo il coniuge scomparso.
Per questo il nostro legislatore ha voluto introdurre la pensione di reversibilità per tutelare i superstiti che erano a carico del defunto. Si tratta di un trattamento pensionistico riconosciuto ai superstiti in caso di decesso dell’assicurato ed è pari ad una quota percentuale della pensione del defunto. E quando la situazione si complica ancor di più oltre alla pensione di reversibilità la legge riconosce l’assegno di vedovanza. Tuttavia pochi sanno che oltre alle vedove l’INPS assegna 3.000 anche a questo insospettabile titolare con una semplice domanda
Cos’è l’assegno di vedovanza e a chi spetta?
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L’assegno di vedovanza è un contributo che va ad integrare la pensione di reversibilità, ma non spetta a tutti. Infatti possono richiederlo soltanto i vedovi inabili al lavoro o titolari di accompagnamento. In tal modo coloro che vivono una condizione di particolare difficoltà possono arrotondare l’importo della pensione di reversibilità. Per poter fruire della presente agevolazione devono ricorrere i seguenti requisiti:
- essere titolare dell’assegno di accompagnamento o inabile al lavoro;
- avere un reddito annuo inferiore al limite previsto annualmente, ovvero non superiore a 32.148,88 euro.
- essere titolare della pensione di reversibilità;
- essere vedova o vedovo di un lavoratore sia del settore privato che pubblico;
Oltre alle vedove l’INPS assegna 3.000 euro anche a questo insospettabile titolare con una semplice domanda
Tuttavia c’è una categoria che apparentemente non viene menzionata, ovvero quella degli ex.
Infatti sembra strano ma l’ex coniuge vanta diversi diritti. In particolare il coniuge divorziato titolare dell’assegno di divorzio ha diritto a percepire la reversibilità. Tale è l’orientamento ormai consolidato dalla giurisprudenza dalla Corte Costituzionale, sentenza 419/99. Nonché delle Sezioni Unite della Cassazione, sentenza 22434/2018. Si rileva, conseguentemente che anche l’ex coniuge titolare di reversibilità qualora ne ricorrano i presupposti possa avanzare il diritto all’assegno di vedovanza.
Anzi l’INPS riconoscerebbe fino a 5 anni di arretrati. L’interessato dovrà presentare la domanda indicando:
- la composizione del nucleo familiare;
- l’autodichiarazione della data in cui si è rimasti vedovi;
- la categoria e il numero della pensione di reversibilità;
- il proprio reddito complessivo;
- copia documento d’identità e codice fiscale.
L’importo dell’assegno di vedovanza è di euro 52,91 al mese con un reddito inferiore a euro 28.659,42. Nonché pari ad euro 19,59, con un reddito inferiore a 32.148,87.
Pertanto i beneficiari che chiedono gli arretrati potranno ottenere oltre 3.000 euro.
Infine, qualora il vedovo beneficiario dovesse morire, gli eredi potranno chiedere gli arretrati e il beneficio per il periodo spettante al defunto loro dante causa.
Approfondimento
Attenzione perché l’INPS revoca la pensione di reversibilità alle vedove in questa situazione