Anche dopo parecchi anni l’Istituto di Previdenza Sociale potrebbe accorgersi di aver pagato più assegni del dovuto a qualche contribuente. In tali casi e dopo opportune verifiche potrebbe pertanto richiedere la restituzione di alcune somme di denaro. E soprattutto se sono trascorsi molti anni il contribuente potrebbe ritrovarsi con un debito molto elevato. E nella maggior parte dei casi potrebbe addirittura non essersi accorto di aver commesso errori nella compilazione delle domande. In altri casi invece potrebbe non aver rispettati i termini di consegna. E di fatto l’INPS sospende il pagamento delle pensioni per 2 mesi a chi non presenta questa documentazione per tempo.
Di qui l’importanza per molti titolari di pensione di affidarsi ai consulenti di previdenza. E ciò è fondamentale non solo per non evitare di ritrovarsi in una condizione debitoria, ma anche per fruire di alcuni vantaggi. Molto spesso, infatti, il Governo eroga bonus e assegni arretrati ai contribuenti che posseggono alcuni requisiti particolari. D’altronde non tutti sanno che l’INPS versa fino a 655 euro in più sulle pensioni di reversibilità delle vedove in questi casi.
Ma potrebbe anche capitare di ricevere assegni indebitamente oppure somme superiori rispetto a quelle a cui si ha realmente diritto. In casi simili oltre alle vedove anche questi sfortunati pensionati dovranno restituire soldi all’INPS se non comunicano immediatamente questi dati. Molto, infatti, dipende anche dalla rapidità con cui si procede alla rettifica delle informazioni che sono state inviate. Ricordiamo infatti che sono in arrivo tagli dell’INPS sulle pensioni di reversibilità alle vedove che non inviano questa comunicazione per tempo. Si raccomanda quindi di consultare con regolarità il sito ufficiale dell’Ente previdenziale per conoscere le ultime disposizioni in merito.
Oltre alle vedove anche questi sfortunati pensionati dovranno restituire soldi all’INPS se non comunicano immediatamente questi dati
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Non è da escludere l’ipotesi che il pensionato abbia sbagliato o addirittura taciuto alcune informazioni all’INPS. Potrebbe trattarsi di un errore di distrazione o di una volontaria omissione, ma ciò spesso determina la sospensione o la riduzione degli assegni. Il che significa che il titolare di pensione venga chiamato a rimborsare le somme di denaro che ha percepito ingiustamente. Si pensi ad esempio ad una vedova che percepisce i ratei della reversibilità e che non ha dichiarato alcuni redditi esteri.
Non essendo a conoscenza della presenza di altri redditi l’INPS non ha applicato le decurtazioni previste oltre specifiche soglie reddituali. E ciò avrà dato origine ad un indebito pensionistico su cui l’INPS ha fornito chiarimenti nella circolare n. 174/2021. In una situazione debitoria assai simile potrebbe cadere il contribuente che riceve l’assegno ordinario di invalidità. E ciò nel caso in cui percepisca altri redditi provenienti da un impiego all’estero e ne abbia omesso la comunicazione all’INPS. Diversamente accade se invece il pensionato provvede ad inviare tempestivamente i dati relativi alla propria condizione reddituale. In simili evenienze se l’INPS non rettifica l’importo degli assegni previdenziali le somme erogate in eccedenza diventano del titolare di pensione.