L’assegno unico universale per i figli sotto i 21 anni è la grande novità tra le misure per le famiglie. Una misura di cui si parla molto ma che va assolutamente approfondita. Infatti sostituendo detrazioni sui figli e sul coniuge a carico e sostituendo anche gli ANF, permette di abbassare radicalmente la busta paga del lavoratore che fino al 28 febbraio scorso godeva di questi strumenti. Inoltre l’assegno unico sostituisce anche altre misure e Bonus dedicati ai figli. In pratica, misura universale e unica. Ma per alcune donne si possono percepire, sempre per i figli, anche altri benefici.
Cosa sostituisce e cosa invece no
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L’assegno unico sui figli a carico è collegato all’ISEE. Il primo passo quindi è munirsi di una certificazione ISEE in corso di validità. Senza la certificazione ISEE si può comunque richiedere all’INPS l’assegno unico, ma verrà erogata la cifra base, quella da 50 euro al mese. L’importo dell’assegno unico varia da 50 a 175 euro a figlio, anche se ci sono delle maggiorazioni che fanno incrementare la cifra massima prestabilita.
La soglia ISEE fino a 15.000 euro da diritto all’assegno pieno. Le cifre infatti calano al salire dell’ISEE fino ad arrivare a 50 euro per ISEE superiori a 40.000 euro o per chi non presenta proprio la DSU propedeutica al rilascio della certificazione. La particolarità della misura è evidenziata dal fatto che si è deciso, a livello istituzionale, di aprire un sito in rete, completamente dedicato a quella che è la principale misura di welfare per le famiglie.
La cifra minima di 50 euro è erogata a qualsiasi famiglia, e per questo che l’assegno si chiama anche universale. L’altra definizione, cioè unico, riguarda il fatto che la misura dallo scorso primo marzo ha assorbito il Bonus premio alla nascita, il Bonus bebè, gli ANF, l’assegno terzo figlio e pure le detrazioni. Per le nuove nascite invece, una misura è ancora perfettamente attiva. Infatti oltre all’assegno unico da 175 euro a figlio, resta attivo anche l’assegno di maternità dei Comuni.
Oltre all’assegno unico da 175 euro a figlio anche 1.773,65 per le donne che entro 6 mesi dal parto presentano questa domanda
Perfettamente cumulabile con l’assegno unico universale è il cosiddetto assegno di maternità del Comune. Una prestazione da richiedersi al Comune di residenza e che eroga per il 2022, 354,73 euro al mese per 5 mesi. Si tratta di un assegno una tantum come premio di natalità pari a 1.773,65 euro. Spetta però alle donne disoccupate che non hanno diritto al congedo di maternità. Occorre presentare domanda entro i primi 6 mesi del bambino per non perdere il diritto. Anche in questo caso necessario l’ISEE che deve essere al di sotto di 17.747,58 euro.
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