Quando si divorzia si scioglie definitivamente il matrimonio e ogni legame di parentela con l’ex viene meno. Al momento del matrimonio, infatti, la coppia firma una sorta di contratto che prevede diritti e doveri. Ma con il divorzio ogni vincolo nato con il matrimonio viene meno e i due consorti diventano a tutti gli effetti degli estranei. Questo vale anche per i diritti successori. Il divorziato non rientra nell’asse ereditario dell’ex consorte anche se potrebbe avere diritto oltre alla pensione di reversibilità ad altre somme.
Matrimonio, divorzio e diritti
Indice dei contenuti
Mentre in caso di separazione legale l’ex coniuge rimane nell’asse ereditario del consorte, con il divorzio questo non accade. La separazione, infatti, non scioglie il vincolo matrimoniale che, però, viene meno con il divorzio. Il divorziato, quindi, non ha nessun diritto ereditario sul patrimonio del defunto. A meno che quest’ultimo non li abbia espressamente previsti nel suo testamento.
Alla morte dell’ex consorte il divorziato, però, può avere diritto alla pensione di reversibilità se:
- è beneficiario di assegno di mantenimento periodico;
- non è risposato;
- il rapporto di lavoro che ha portato alla maturazione della pensione è iniziato prima della sentenza di divorzio.
Oltre alla pensione di reversibilità anche l’eredità del defunto spetta all’ex coniuge divorziato in questo modo
Il coniuge divorziato potrebbe, però, avere diritto anche all’assegno successorio. Non si tratta di una vera partecipazione all’eredità del defunto ma di un proseguimento dell’assegno di mantenimento anche dopo la morte. Cerchiamo di capire come funziona e quando spetta.
L’articolo 9 bis della Legge 898/1970 prevede che l’ assegno di mantenimento, se il beneficiario versa in stato di bisogno economico, può essere posto a carico dell’eredità. A stabilirlo deve essere il tribunale, ovviamente, e non spetta in automatico. Per riconoscerlo l’autorità giudiziaria dovrà tenere conto di diversi fattori quali:
- lo stato di bisogno in cui versa l’ex coniuge;
- importo dell’assegno di mantenimento di cui era beneficiario;
- la pensione di reversibilità spettante;
- il patrimonio previsto nell’eredità:
- il numero degli eredi e le loro condizioni economiche.
Solo se il giudice lo ritiene opportuno, quindi, l’assegno di mantenimento deve essere versato, dopo la morte dell’ex coniuge, dagli eredi. Ovviamente l’importo e la durata sono vincolati ai limiti dell’eredità percepita. In caso di ex coniuge divorziato, quindi, gli eredi potrebbero essere obbligati dal Tribunale ad attingere alla propria quota di eredità per mantenerlo.
Per poter richiedere l’assegno successorio il divorziato deve essere beneficiario di assegno di mantenimento periodico. Ma deve anche versare in uno stato di bisogno che non gli permetta di far fronte alle sue primarie necessità. Ovviamente al cessare dello stato di bisogno verrà meno anche il diritto all’assegno successorio.