Nel nostro ordinamento, l’apertura della fase successoria rappresenta un momento di grande rilievo. Sono moltissime le conseguenze patrimoniali e giuridiche potenzialmente derivanti. Tra gli atti più pregni di significato c’è l’apertura del testamento con le relative suddivisioni dell’asse ereditario. Così, come di grande rilievo, è la vera e propria accettazione dell’eredità. Un atto non revocabile, che potrebbe sancire la commistione tra i patrimoni dell’avente diritto e del defunto. Talvolta il chiamato all’eredità accetta con beneficio d’inventario, perché in tal caso sarà chiamato a mantenere i patrimoni separati. In compenso però non sarà chiamato a rispondere di passività del defunto per una misura eccedente alle sostanze ricevute.
Da questo momento in poi si apre anche la fase della dichiarazione di successione. L’erede dovrà dichiarare al Fisco quanto ricevuto tramite trasmissione ereditaria e potrebbe essere chiamato a versare delle imposte sulle relative consistenze. In presenza di un erede non familiare l’imposta potrà giungere fino all’8% del totale. Oltre alle passività, comunque, gli eredi potrebbero avere diritto anche a ricevere alcuni crediti vantati dal de cuius nei confronti dello Stato.
Si possono ricevere anche crediti
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Infatti, oltre al testamento l’INPS riconosce un assegno agli eredi aventi diritto. Si tratta, cioè, dell’assegno vedovile a cui aveva diritto il defunto. Ma vediamo in quale circostanza è possibile richiederlo.
L’assegno di vedovanza costituisce un’integrazione della pensione di reversibilità che può venire richiesta dal coniuge sopravvissuto. Per ottenerlo, è necessario avere un’invalidità del 100% ed essere titolari di una pensione di accompagnamento. La cifra consiste in una integrazione mensile dall’ammontare variabile. Dipende, infatti, dal reddito familiare del richiedente. Può arrivare a consistere in 52,91 euro al mese. Come detto, però, la cifra deve essere espressamente richiesta dall’avente diritto tramite patronato, oppure tramite istanza telematica all’INPS.
Oltre al testamento l’INPS riconosce un assegno agli eredi aventi diritto
Potrebbe però capitare che il destinatario non abbia inoltrato la richiesta. Anche in caso di morte, però, la cifra rimarrà disponibile ed erogabile. In questi casi, la somma infatti diventa parte del patrimonio del de cuius, pur non essendo stata ancora assegnata. L’erede che abbia compiuto dichiarazione di successione può diventare dunque legittimato a richiedere, e ricevere, il relativo ammontare. L’INPS, dopo aver verificato la sussistenza dei requisiti, erogherà la somma che era destinata al defunto e che non era mai stata richiesta.
Come detto le imposte sull’eredità possono diventare in alcuni casi particolarmente esose. Pochi però sanno che esistono alcuni beni che sono per legge esenti da imposizione fiscale a prescindere del soggetto ricevente.
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