Il familiare che assiste la persona con disabilità grave può ottenere il diritto ai permessi mensili retribuiti in funzione del proprio ruolo di caregiver. Questa forma di agevolazione non è l’unica applicabile al lavoratore che presta la sua assistenza alla persona di famiglia. Difatti oltre ai permessi Legge 104 i familiari caregiver possono ricevere questo beneficio nel contratto di lavoro che di seguito illustriamo approfonditamente.
Le tutele lavorative di chi assiste il titolare Legge 104
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La figura del caregiver è quantomai essenziale nell’ottica dell’assistenza e della tutela della persona con disabilità grave e in condizione di svantaggio sociale. Secondo i dati ISTAT 2018, in Italia il numero dei familiari che presta la propria assistenza al titolare di Legge 104 supera i 7 milioni. Si tratta di un’ampia fetta della popolazione che necessita di alcune tutele e garanzie anche nel contratto di lavoro, dato l’importante compito assistenziale che svolge.
A proposito di lavoro e contratto, abbiamo precedentemente parlato del diritto al trasferimento nella sede di lavoro più vicina al domicilio del familiare. Inoltre, è possibile ricordare che l’articolo 3, comma 3, della Legge 104/92 garantisce anche il diritto al congedo straordinario di due anni. Abbiamo illustrato i dettagli nell’articolo “Indennità INPS fino a 48.738 euro annui per chi assiste il familiare con Legge 104”. Le agevolazioni interessano anche altri aspetti della dimensione lavorativa del familiare che presta la sua assistenza come ad esempio turni e orari di lavoro.
Oltre ai permessi Legge 104 i familiari caregiver possono ricevere questo beneficio nel contratto di lavoro
Un ulteriore beneficio che i caregivers possono ottenere sul posto di lavoro riguarda i turni di notte. Il lavoratore che presta la sua assistenza ad un familiare con Legge 104 non può essere adibito al lavoro notturno. Questo è un diritto che egli acquisisce in ragione di quanto prescrive l’articolo 53 del D. Lgs. n. 151/2001.
Questo importante diritto si affianca ad un altro che riguarda la reperibilità notturna del lavoratore stesso. Immaginiamo il caso di tutti quei lavori che prevedono l’obbligo di reperibilità come nel caso delle professioni sanitarie, vigili del fuoco o addetti agli impianti. Il lavoratore ha l’onere di comunicare in forma scritta il proprio dissenso almeno 24 ore prima che cominci la prestazione. Secondo quanto stabilisce l’articolo 18-bis del D. Lgs. n. 66/2003, la violazione di tale diritto implica un reato. Ciò significa che il datore di lavoro potrebbe rischiare una denuncia per violazione della norma. Ciò comporterebbe una ammenda da 516 a 2.582 euro e la reclusione fino a 4 mesi. Queste sono delle forme di tutela che il caregiver può dunque ricevere nel caso in cui il proprio lavoro con contratto full-time preveda l’assegnazione di turni notturni e relative reperibilità.
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